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Quando mancano verità, libertà e umiltà, ci può essere l’unità?

Testo di Organizzazione Ex Focolari

Abusi subiti nel Movimento dei Focolari. Relazione di Oref per il Cammino sinodale1

In occasione del Sinodo dal titolo «Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione», aperto solennemente il 9/10 ottobre 2021 a Roma e che contempla in una prima “fase narrativa” la possibilità di dare spazio all’ascolto e al racconto della vita delle persone, delle comunità e dei territori, i membri fondatori dell’Organizzazione Ex Focolari (Oref)2 sentono il dovere di condividere le esperienze personali di abuso vissute in seno al Movimento dei Focolari (Opera di Maria).3

È un dovere che nasce in risposta all’esplicito invito del Vademecum per il Sinodo sulla Sinodalità, secondo cui tutte le persone laiche

hanno […] la possibilità […] di mandare il proprio contributo direttamente alla Segreteria Generale, come indicato in Episcopalis communio (art. 6 sulla Consultazione del Popolo di Dio).4

Tre elementi hanno fortemente incoraggiato la redazione di questo documento: le parole di Papa Francesco, che ha incitato la Chiesa all’“ascolto di Dio, fino a sentire con Lui il grido del Popolo”; il suo annuncio che il Sinodo non è tanto per i “potenti” nella Chiesa ma — come lo sguardo di Gesù — più per “coloro che sono ai margini o si sentono esclusi”; l’invito a evitare la tentazione “di vedere come non importanti coloro che ci costringono a considerare nuovi punti di vista che possono cambiare il nostro modo di pensare”.

In particolare le indicazioni del Vademecum, che mettono in evidenza come

nella Chiesa, il contesto è segnato anche dalla sofferenza vissuta da minori e persone vulnerabili a causa di abusi sessuali, abusi di potere e abusi di coscienza perpetrati da un numero significativo di membri del clero e persone consacrate5

invitano con forza a segnalare quelle situazioni di criticità che sono già giunte all’attenzione della Chiesa da parte di diversi fuoriusciti dal Movimento dei Focolari e che sono state divulgate da pubblicazioni, articoli di giornale e comunicazioni sul web.6

Le esperienze dei fuoriusciti evidenziano la deriva settaria del cammino spirituale dell’Opera di Maria, l’impostazione dogmatica della proposta di fede, la violazione di specifiche norme e di alcuni diritti umani fondamentali.

In particolare si vogliono evidenziare gli abusi psicologici, patrimoniali e sessuali che sono stati denunciati e che continuano a perpetrarsi, ma su cui non pare emergere un’autentica intenzionalità di intervento.

1. Testimoni in prima persona di abusi
subiti in seno al Movimento dei Focolari

Le esperienze dei membri di Oref, e di molti altri fuoriusciti dal Movimento dei Focolari vissute in prima persona, denotano una deriva settaria7 che genera diffusi danni psicologici, che non si limitano all’ambito individuale, ma, avendo una ricaduta su un numero considerevole di persone, si configurano come vera e propria emergenza sociale, tenuto conto che l’adesione a livello mondiale è veramente consistente in termini numerici.8

Sono state raccolte numerose testimonianze7 di atteggiamenti vessatori che riguardano principalmente i focolarini vergini e i membri interni dell’Opera (gen, volontari e focolarini sposati), da cui appare una struttura gerarchica ingessata e rigida, con la conseguente sensazione di non poter esistere autonomamente, di essere annientati, di perdere la propria autenticità, di essere indottrinati e manipolati.

Le esperienze più significative sono le seguenti:

• Suicidi di membri interni celibi indotti da una vita nevrotica che non permette di gestire le difficoltà emotive, insabbiati dai confratelli per proteggere l’istituzione.

• Abuso sessuale di minori, insabbiati per anni dai vertici del Movimento e mai denunciati alle autorità civili, per proteggere l’istituzione, e abuso sessuale di adulti “vulnerabili”( concetto rigettato da noi).

• Condizionamenti e interferenze nelle scelte personali affettive, che hanno portato a matrimoni combinati, relazioni terminate per imposizione dei superiori, direzione della vita familiare e coniugale dei focolarini sposati, con ingerenza nel rapporto tra marito e moglie e tra genitori e figli.

• Ritmo di vita estenuante (fino al crollo psichico) con conseguenti depressioni e malattie mentali.

• Distacco obbligato dal mondo, dalla famiglia, dagli amici; l’obbligo di rompere ogni legame precedente; il divieto di scegliere le proprie amicizie, di avere contatti esterni, il divieto per i consacrati di avere amici nel Movimento.

• Metodi di proselitismo di persone giovani e “vulnerabili”

• Minacce e rimproveri psicologici (esempio castighi soprannaturali o destituzione da ruoli di responsabilità, etichettare le persone come il male o il problema della comunità)

• Controllo del pensiero (thought control) con conseguente violazione del diritto di libertà di pensiero e manipolazione mentale fino alla sottomissione psicologica dei membri in tutti gli ambiti della loro vita.

• Obbedienza cieca ai superiori e iper-controllo sulla vita dei singoli e della comunità.

• Atteggiamento di eccessiva devozione nei confronti della fondatrice, che rasenta l’idolatria.

• Impossibilità di esprimere riflessioni personali e di dedicarsi ad attività diverse da quelle stabilite dalle decisioni dei superiori o dalle attività previste negli schemi dell’Opera.

• Percorso spirituale su base iniziatica con rivelazione a tappe specifiche di insegnamenti segreti dei pensieri di Chiara Lubich.

• Linguaggio di tipo gergale, incomprensibile per le persone del mondo esterno, ripreso da citazioni della fondatrice.

• Sfruttamento e alimentazione della paura di essere giudicati, di pensare in modo autonomo, di abbandonare l’opera.

• Alimentazione di false speranze, visione positiva della vita, che impedisce di accogliere difficoltà e fallimenti, utopia della santità come perfezionismo.

• Manipolazione delle coscienze, violazione della libertà di coscienza e dell’intimità, divieto di scegliere il proprio direttore di coscienza, distorsione dei principi evangelici assoggettati ai valori del carisma.

• Fanatismo, burocratizzazione della vita spirituale, dissimulazione del vero stile di vita dei superiori.

• Supremazia del carisma rispetto alla comunità parrocchiale di riferimento in una prospettiva di autoreferenzialità, che impedisce il dialogo con altre esperienze ecclesiali, se non nei livelli stabiliti e previsti dai superiori.

• Sfruttamento del lavoro senza previdenza sociale né copertura per gli infortuni né retribuzione per gli interni che svolgono prestazioni di servizio per i centri del Movimento.

• Allontanamento delle persone che non accettano la totale sottomissione ai dogmi, attraverso un rifiuto morale e l’isolamento rispetto al gruppo di riferimento.

• Censura di libri e mezzi di comunicazione (televisione, Internet, ecc.).

• L’imposizione di cure farmacologiche per fronteggiare problemi di depressione, senza cogliere la reale essenza delle difficoltà, dovute invece a una situazione di vita debilitante ed estenuante.

• Imposizione di scelte professionali decise dall’alto, senza tenere conto del titolo di studi conseguito o dei desideri personali.

• Pressione forte su tutti i membri per donare soldi al Movimento.

• Divieto di gestione autonoma del denaro.

• Importanza attribuita al denaro e attaccamento esagerato a esso, pressioni esercitate per donarlo, per raccoglierlo, obbligo a donare il proprio stipendio.

• Donazione totale dei beni personali all’Opera senza avere voce in capitolo sull’utilizzo e senza poterne valutare la destinazione e l’impiego in modo trasparente.

• Gestione dei centri del Movimento che svolgono attività commerciali, senza rispetto delle regolepreviste dall’ordinamento giuridico.

• Assenza di un bilancio trasparente, condiviso e approvato dai membri.

• Mancanza di sostegno in caso di fuoriuscita dalla struttura con conseguente rischio di indigenza per aver donato stipendi e beni durante la permanenza.

• Discriminazioni contro persone LGBTQ con l’uso indiscriminato di metodi pseudo-scientifici per “curare” i diversi orientamenti sessuali.

• Controllo della sessualità.

• Imposizione dei dogmi della Chiesa ai consacrati, anche sposati, sul valore della sessualità o della fertilità, per es. il divieto di aborto anche in situazioni di rischio per la donna.

Le testimonianze personali raccolte da Oref dimostrano che gli abusi di potere hanno lasciato profonde ferite mentali, spirituali e spesso anche materiali che sono durate per lungo tempo o che, in certi casi, non si sono rimarginate.

Poiché nel cammino spirituale del Movimento si identifica il superiore come autorità che rappresenta la volontà di Dio, il concetto di obbedienza non viene valutato in termini di benessere della persona, sebbene anche la Chiesa abbia evidenziato la necessità di ripensare alle modalità di praticare l’autorità e l’obbedienza soprattutto nella vita consacrata.

Si sostiene infatti il

valore della singola persona, con la sua vocazione e i suoi doni intellettuali, affettivi e spirituali, con la propria libertà e capacità relazionale.9

Si riconosce la necessità di ripensare a modalità nuove di concepire l’autorità e di garantireun cammino di liberazione centrato sulla valorizzazione della libertà personale, pur in una dimensione di comunione e di condivisione all’interno della comunità ecclesiale.

Il divenire comunità, il costruire la comunità non esclude, anzi esige la dimensione della persona.10

La Chiesa ha approvato i movimenti ecclesiali e li ha riconosciuti come "dono di Dio per la nuova evangelizzazione e per l’attività missionaria"11, "pur evidenziando i pericoli connessi alla loro opera apostolica".12

I fuoriusciti dal Movimento chiedono che la Chiesa cominci a valutare e vigilare, per evitare di confondere e ferire l’anima di chi desidera seguire un cammino di fede libero secondo

la pedagogia della fede […] caratterizzata dalla libertà e dalla compagnia: stando accanto e camminando insieme.13

2. I tre grandi problemi del Movimento
che devono essere affrontati

2.1 Abuso di potere

Esistono due facce del Movimento dei Focolari, la dimensione pubblica dell’Ideale dell’Unità i cui principi sono veicolati dai canali comunicativi quali sito web ufficiale, le riviste (Città Nuova14), le pubblicazioni, gli eventi, da cui emerge un’organizzazione vasta e, in apparenza, prevalentemente laica, libera, liberale, sorridente, il cui messaggio principale è l’unità tra le religioni e le razze, l’importanza dell’ecologia e i valori evangelici percepiti come attraenti e radicali dalla maggior parte degli osservatori, e la dimensione privata, tenuta rigorosamente occultata agli estranei, che cela una rigida struttura gerarchica caratterizzata da ricchezza, status e potere.

L’adesione al Movimento dei Focolari nasce da un’esigenza di forte religiosità, dal bisogno di dar senso alla propria esistenza, dal desiderio di seguire un percorso radicale di spiritualità e/o da un’azione di proselitismo indotto soprattutto nel caso di adesione di bambini/e.

Tuttavia a causa del controllo mentale generato dai comportamenti uniformati caratteristici dei movimenti carismatici, chi aderisce, se vuole rimanere affiliato, è obbligato ad accettare lo stile di vita che viene proposto.

Il dogma di obbedienza cieca al carisma impedisce di mettere in discussione il metodo di vita. Nell’abbracciare l’esperienza si è costretti in modo inconsapevole alla rinuncia della propria coscienza critica senza possibilità di manifestare nessun tipo di dissenso e ci si autoconvince che tutto sia buono e fonte del carisma.

Tuttavia a lungo andare moltissimi hanno sviluppato tensioni interiori, crisi di coscienza, depressione, forte stress, esaurimento. Sono molte le testimonianze in questo senso, che non dovrebbero essere sottovalutate né considerate come espressione di comportamenti devianti dalla via maestra di santificazione o ridotti a problemi personali dei singoli individui.

Chiara Lubich, Presidente a vita dei Focolari (1943-2008), ha costruito il Movimento sul culto della propria personalità e ha dato istruzioni ai suoi seguaci:

Ogni anima dei Focolari deve essere espressione di me e di nient’altro. La mia parola contiene le parole di tutti i membri: Io le riassumo tutte. Io, come Gesù, devo dire loro: “Chi mangia la mia carne...” Solo un’anima deve vivere: la mia.15

Da 1949 Lubich ha cominciato a chiamare il Movimento “l’Anima” con lei al centro e i membri intorno a lei, a cui veniva richiesto di “fare il vuoto” per ricevere da lei tutte le sue idee e i suoi pensieri. Durante la vita della fondatrice ogni nuova sua comunicazione, che veniva considerata un’ispirazione divina, veniva chiamata “la nuova realtà”. Dal 1980 in poi quindi ha tenuto conferenze internazionali settimanali rivolte a tutti i membri interni del Movimento in tutto il mondo, al fine di trasferire il pensiero divino e diffonderlo all’umanità, promuovendo così l’ideale dell’Unità in una dimensione di uniformità totale al suo pensiero.

Secondo Lubich, “non c’è unità, se le persone hanno ancora una personalità” e “l’unità richiede anime pronte a perdere la propria personalità, tutta la propria personalità”.

Chi aderisce all’Ideale di Chiara Lubich deve “morire a se stesso”, “diventare nulla” e “distruggere il proprio io”. I membri devono perdere la loro personalità per “diventare Chiara”.

Il culto della personalità della fondatrice si manifesta attraverso la devozione dei membri che veneravano Chiara Lubich come “Mamma”. Durante la sua vita infatti, i nuovi adepti erano incoraggiati a pensare a lei come “Mamma”. Le mamme biologiche invece erano definite “mammine”. I focolarini infatti vengono definiti “popi”16, per sottolineare la piena adesione alla volontà del Padre, che tuttavia si traduce in totale sottomissione alla spiritualità di Chiara Lubich.

Fin dall’inizio del Movimento nel 1943, Lubich fu sostenuta da un gruppo di giovani donne di Trento, che in seguito divennero leader nei ruoli dirigenziali della struttura dell’Opera incarnando in modo rigido e severo gli insegnamenti della fondatrice e sorvegliando la diffusione del Movimento in tutto il mondo, nella Chiesa cattolica, in altre chiese cristiane, in altre fedi e nella società civile, al fine di garantirne la piena uniformità con i dettami del carisma. Pertanto le condotte e le modalità di relazione tra i membri si sono replicate in tutti i Focolari e i rami del Movimento allo stesso identico modo.

Questo gruppo originario di donne, e successivamente di uomini, formò una rigida gerarchia piramidale, rigorosamente nascosta agli esterni, che è stata descritta da una ex-focolarina come “una struttura leninista”.

Il concetto di Unità evangelica17 nell’esperienza del cammino spirituale del Movimento si traduce in mero assorbimento in Chiara Lubich e nei principi della sua organizzazione. Una ex focolarina, che ha fatto parte del Movimento per quarant’anni, spiega come Lubich abbia stabilito questo rigido controllo sui membri:

L’unità “in Chiara” è assorbimento, obbedienza cieca a lei e a tutti coloro che la rappresentano nella struttura verticale del Movimento.18

Un’ex focolarina sposata spiega come funziona in pratica questa forma di unità:

Il concetto di unità è quello di cancellare tutte le idee [individuali], le aspirazioni, le iniziative personali […] Ti vincola a una continua e costante approvazione da parte del tuo superiore.19

In un suo discorso Lubich ha sottolineato che l’obbedienza deve spingersi fino al punto di “piantare i cavoli con le radici in su”20, estendendosi dunque anche a disposizioni insensate.

Il Movimento esercita il controllo del pensiero (thought control), per trasformare lentamente il ragionamento dei membri, attraverso la manipolazione mentale, che si realizza, più che attraverso tecniche, con una metodica che si avvale della separazione dal resto del corpo sociale e mediante un indottrinamento lento e graduale che porta i soggetti ad accettare, alla fine del processo, dati, precetti e azioni che non avrebbero accettato all’inizio. Fra questi, la subordinazione totale. In definitiva, la nuova cornice fornisce nuovo senso a ciò che avviene all’interno21.

Il fenomeno del bombardamento d’amore (love bombing), tipico delle sette, che porta a essere attirati dall’esperienza attraverso incontri, musica, convegni e situazioni suggestive, fa sperimentare un ambiente di accoglienza e di valorizzazione della persona, ma in seguito, man mano che si entra nella comprensione della struttura dell’impianto valoriale del carisma, si rimane intrappolati in un legame di dipendenza che non permette una piena realizzazione dell’anima.

I percorsi di direzione spirituale arbitrari attraverso colloqui interminabili sia durante i grandi incontri come le Mariapoli, sia per i novizi e le novizie alle scuole di formazione di Loppiano (Firenze) in Italia e Montet, in Svizzera, non permettono di offrire ai membri un percorso di discernimento equilibrato e rispettoso della crescita graduale di ognuno.

L’obbedienza cieca alle disposizioni dei superiori attraverso un sistema di premi e punizioni, la crisi di identità e l’annullamento della personalità che deve conformarsi a un modello prestabilito proposto dall’esperienza religiosa come attuazione dei principi evangelici, l’eliminazione della privacy che prevede il controllo da parte dei superiori di ogni aspetto della vita privata, su cui l’aderente non ha nessuna voce in capitolo, emmeno per le scelte personali, la sollecitazione del senso di colpa e di paura,

attraverso la minaccia di dannazione futura, il senso di superiorità rispetto a tutti gli altri sistemi, promettendo il benessere spirituale e l’avanzamento nella scala gerarchica interna, sono aspetti intrinseci del Movimento dei Focolari tipici delle psico-sette, che si riscontrano in tutte le testimonianze raccolte.

In questa situazione è evidente che si configura una dipendenza psicologica, suscitata da minacce morali, decisamente diversa dalla semplice conversione indotta da una predicazione o dalla trasmissione di contenuti di fede.

Papa Francesco ha parlato ai responsabili del Movimento dei Focolari della

saggia distinzione tra foro esterno e foro interno che l’esperienza e la tradizione della Chiesa ci insegna essere indispensabile.22

Tuttavia all’interno del percorso spirituale del Movimento i superiori (capi focolare o capi zona) si sdoppiano assumendo il ruolo anche di direttori spirituali.

Uno dei principali strumenti di direzione spirituale è il “colloquio privato” con i responsabili delle singole comunità di vita o del Centro del Movimento a Roma e i membri (consacrati, volontari o aderenti). Il confronto spirituale verte sia sulle attività pratiche private dei membri, per esempio la professione e le attività missionarie, sia il sul cammino spirituale personale, come una sorta di confessione imposta, in contrasto con la legge canonica23, che proibisce ai superiori religiosi di indurre i sudditi a manifestare loro la propria coscienza. Questa pratica nasce, come del resto tutti i principi del Carisma, con l’esperienza di Chiara Lubich che era solita avere “colloqui privati” con i focolarini consacrati in occasione delle sue visite nei vari territori conquistati al Movimento.

Un’altra pratica che genera ingerenza dell’intimità e nella coscienza dei singoli, risalente ad almeno settant’anni fa, era l’utilizzo degli “schemetti” riservato solo ai focolarini consacrati, che consisteva in un esame di coscienza giornaliero scritto su moduli appositamente stampati, con l’obiettivo di indagare minuziosamente gli aspetti spirituali, mentali, fisici e finanziari della vita dei singoli membri a vita consacrata. Gli “schemetti” dovevano essere consegnati ogni quindici giorni ai superiori e poi al Centro dell’Opera a Roma, per essere archiviati e conservati in modo permanente, consentendo una scrupolosa supervisione della vita dei membri da parte della leadership. Quando il Vaticano ha imposto l’abolizione di questa pratica nel 202024, un leader del Movimento ha commentato su un incontro via zoom, “Non ci capiscono”25, riferendosi alla Chiesa e al prefetto del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita.

Il Movimento dei Focolari assomiglia a quello che gli studiosi di sette chiamano world-hating group (”gruppo che odia il mondo”). Un insegnamento fondamentale del Movimento è la frase dell’Antico Testamento “Tutto è vanità delle vanità”26 che, nell’interpretazione filtrata dalle categorie di pensiero del carisma di Chiara Lubich, significa “niente nella vita umana ha importanza”, ovvero nulla ha importanza, se non il Movimento e gli obiettivi di Chiara Lubich. Questa visione nichilista è una delle cause della disperazione e delle crisi esistenziali di molti membri interni. Nel vocabolario focolarino perfino la parola “umano” assume un’accezione negativa, quasi si riferisse a esperienze di tipo mondano. Poiché tutto viene sublimato in una dimensione trascendente con il fine della perfezione e della santità, nessun limite, sentimento, aspetto umano viene accettato.

L’esperienza di chi “capisce” Chiara Lubich e la spiritualità del Movimento si connota di rivelazione mistica, a cui attribuire una valenza centrale nel percorso iniziatico dell’Opera di Maria, paragonabile a una sorta di rivelazione privata. Per aderire al percorso spirituale dell’Opera di Maria occorre aver “capito” Chiara, la sua spiritualità (l’Ideale), i suoi punti essenziali come “l’unità”, “Gesù in mezzo”, “Gesù Abbandonato”. Sebbene questi concetti siano tratti dal Nuovo Testamento, devono essere “capiti” secondo le categorie di pensiero di Chiara Lubich come sono ripetutamente definite nei suoi scritti o nei suoi discorsi e diffuse con la stampa, le riviste e gli opuscoli.

La “Parola di vita”27 diffusa mensilmente tra i membri del Movimento, è tratta dalle scritture, ma vissuta secondo l’interpretazione della fondatrice, così come ogni altro scritto sacro o biblico.

L’impostazione dogmatica e i capisaldi del pensiero di Chiara Lubich sono stati protetti dalla Chiesa, in particolare da Papa Paolo VI, fedele sostenitore della fondatrice e del Movimento dei Focolari fin dai primi Anni Cinquanta, da lui difesi dagli attacchi dei nemici in Vaticano ancor prima di salire al soglio pontificio. Tuttavia a detta dei vertici del Movimento lo stesso Paolo VI “non aveva capito Chiara”.

Anche Giovanni Paolo II aveva accolto e valorizzato la spiritualità di Lubich come dono prezioso per la Chiesa, insieme ai carismi degli altri movimenti ecclesiali28, e per questo era considerato dai focolarini e da Chiara un “popo”.

Un’altra caratteristica rinvenuta nelle esperienze condivise dei fuoriusciti è la manipolazione mentale alimentata dalla paura e infusa nei membri con minacce psicologiche di conseguenze negative (dannazione eterna, allontanamento dalla vita comune, destituzione da incarichi di responsabilità) in caso di mancata adesione ai dogmi o alle indicazioni imposte dalla spiritualità o dai superiori. Secondo Lubich quelli che si allontanano dal Movimento

lo fanno perché non hanno voluto morire: non hanno voluto rinnegare se stessi e prendere la croce. Oppure perché sono psicologicamente inabili alla vita del Movimento, oppure perché sono stati soverchiati dalle tentazioni.29

Sono presenti testimonianze infatti che dichiarano che negli schedari del Movimento, prima dell’epoca digitale, era presente una sezione denominata M (cioè Morti), che si riferiva a coloro che avevano abbandonato il cammino dell’Unità.

Una caratteristica della spiritualità del Movimento, che troviamo ricorrente nelle esperienze raccolte, è la mancanza di libera fruizione di libri, filmati o nuove tecnologie (televisione, telefono, film, musica, ecc.) da parte dei focolarini consacrati.

Non è possibile infatti leggere testi diversi da quelli stabiliti dal superiore o ammessi dall’Opera né per la formazione personale, né per lo svago, né per la meditazione, che è obbligatoria una volta al giorno.

La meditazione infatti può avvenire solo su testi di Chiara Lubich o su altri scritti spirituali decisi dai superiori, se coerenti con il percorso di formazione proposto dall’Opera.

La formazione prevista per i consacrati, che si svolge a Loppiano per un periodo di due anni, è incentrata solo sulla spiritualità di Chiara Lubich. Non è permessa una valutazione critica della teologia o una libera lettura degli scritti dei Santi della Chiesa.

Per i focolarini a vita comune non è prevista una scelta libera della musica o dei film che vengono valutati e autorizzati dal responsabile che si occupa dell’aspetto definito del “violetto”, che si riferisce cioè — nella simbologia dei colori dell’arcobaleno30 – alla dimensione della comunicazione.

Pertanto i film, visti nei pochi momenti di svago in focolare, sono in genere tagliati e censurati nelle scene ritenute scandalose, perché potrebbero intaccare lo stato di purezza dell’anima.

Non è possibile guardare programmi televisivi, tranne il telegiornale, ma solo per i primi quindici minuti, perché, dopo il primo quarto d’ora, vengono veicolate solo notizie di gossip che non sono utili alla formazione.

Questa modalità di fruizione della conoscenza produce molte inibizioni e paure, che tuttavia risultano infondate e assurde per persone adulte, che dovrebbero avere lo spirito critico di valutare in autonomia ciò che è buono e ciò che non lo è.

Inoltre questa modalità di utilizzo delle informazioni limita molto il sapere e la conoscenza che si può avere dei fatti di attualità e della cultura, pregiudicando così anche la formazione professionale.

La tutela della libertà di pensiero e della sua manifestazione rientra tra i diritti inviolabili dell’uomo, come garanzia fondamentale per l’esistenza di un regime democratico e per un equilibrato sviluppo della personalità umana. Quando questa libertà viene asservita al pensiero unico di un’idea politica o religiosa, anche fosse in buona fede e in nome di un obiettivo di bene comune, si tende a schiacciare l’individualità dei singoli, si annulla la coscienza critica e la capacità di valutazione e l’ideale si trasforma in ideologia.

La correzione fraterna insegnata da Gesù31 viene attuata ogni mese durante incontri appositamente dedicati tra i membri interni a diversi livelli. È nota come “l’ora della verità” e diventa occasione per valutare il comportamento dei membri del gruppo di riferimento (focolare, unità gen, nucleo) sia in senso positivo che negativo, ma con una tendenza generalizzata a dare enfasi sugli aspetti negativi e con il rischio spesso di sfociare in attacchi selvaggi alla persona, senza tenere conto della sensibilità o delle motivazioni che portano all’affermazione della propria identità. Poiché non sono ammesse risposte e spetta solo al superiore trarre conclusioni sulle opinioni espresse, non esiste il diritto al contraddittorio, come sarebbe buona prassi in una relazione di dialogo. Pur non essendo presenti dati ufficiali, le testimonianze raccolte hanno riscontrato un livello altissimo di malattia mentale e depressione tra gli interni del Movimento. Il ritmo di vita, che prevede estenuanti ore di lavoro, incontri di formazione o eventi finalizzati al proselitismo per l’Opera durante i momenti liberi e i weekend, pochissimo tempo dedicato allo svago, senza adeguati spazi di privacy e di rispetto della sfera personale, conducono a una condizione mentale caratterizzata da vissuti di incertezza, sfiducia, depressione e disorientamento che determinano la destabilizzazione psicologica dell’equilibrio emotivo, fino a crisi psicotiche oaddirittura al suicidio, come documentato dalle testimonianze raccolte.

Negli Anni Novanta il Movimento ha aperto una clinica psichiatrica a Frascati (Roma) per curare i focolarini con problemi emotivi e mentali. La stessa Lubich ha vissuto periodi lunghi di malattia mentale che hanno influenzato la struttura, la condotta e gli insegnamenti del Movimento.32

Tra i casi di suicidio documentati il più eclatante è quello di Marisa Baù, una focolarina originaria di Asiago (Vicenza) e residente a Montet (cittadella del Movimento in Svizzera), trovata impiccata dopo un periodo di allontanamento immotivato dal focolare di appartenenza.33

Il suicidio di Marisa Baù è stato impossibile da nascondere perché, per il timore che fosse stata sequestrata, è stata divulgata la notizia della sua scomparsa al fine di ritrovarla. Rinvenuto dopo un mese il cadavere in stato di decomposizione in un fienile della campagna circostante, i focolarini non hanno dato nessuna spiegazione e sembravano sconvolti più dal fatto che i giornali l’avessero descritta come “suora”, invece che laica, che delle circostanze della morte.

Altri tre casi di suicidio sono stati minimizzati senza essere denunciati e senza alcun approfondimento dei fatti.34

L’attività apostolica del Movimento è orientata esclusivamente al proselitismo e all’incremento della consistenza numerica degli aderenti. Dalle testimonianze raccolte si rende evidente che manca un’autentica attenzione alla relazione individuale con l’altro e al progetto di Dio su ognuno in base alle situazioni personali.

Papa Francesco ha esortato i responsabili del Movimento a superare la logica del proselitismo, sottolineando che

il Vangelo è destinato a tutti, ma non come proselitismo, no, è destinato a tutti, è fermento di umanità nuova in ogni luogo e in ogni tempo.

Non è presente nel cammino spirituale un percorso di crescita indipendente e individuale nella pastorale, concetto che non fa parte del gergo dei Focolarini e che implica una condotta di abuso di potere.

La gestione poco equilibrata della sessualità porta al rischio di abusi sessuali come è stato recentemente documentato dal report di GCPS Consulting sul caso del leader focolarino Jean Michel Merlin in Francia, accusato di abuso di minori. Dal report tuttavia emergono, oltre ai molti casi di abuso sessuale anche casi di abuso di potere collegati a persone considerate “carismatiche”.

Pur dichiarando l’originalità nella Chiesa della spiritualità focolarina come carisma che valorizza la figura femminile, perché fondata da una donna e le sue compagne, si verificano ugualmente atteggiamenti di sfruttamento in particolare delle consacrate per i ruoli di servizio all’Opera nei Centri Mariapoli e nelle Cittadelle e di oblazione totale al carisma senza valutazione del percorso personale che renda realmente autentica questa valorizzazione proclamata. Lubich stessa ha commentato, “non mi sono mai vista come una donna”. Se è vero che la branca femminile regge la struttura organizzativa, lo fa tuttavia con atteggiamento di maggior integralismo. Le donne quindi sono più abusate da parte di donne rispetto agli uomini.

La dimensione della sessualità è caratterizzata da atteggiamenti di proibizione, senso di colpa e umiliazione, generando così problemi di carattere emotivo e psicologico nella personalità. In occasione di un congresso estivo internazionale a Roma nel 1972 Chiara Lubich ha parlato ai giovani del Movimento, affermando che “chi ha gustato la feccia, vuole sempre qualcosa di più piccante”. Durante lo stesso discorso, ha spiegato la sua visione del mondo odierno:

Come nei periodi più neri della storia, si è scatenata una tempesta morale che, con i pretesti più disparati, sradica ogni legge, abbatte ogni barriera, diffonde un erotismo vomitante, escogita ogni possibile motivo per giustificare le esperienze più devianti, per sottolineare nell’uomo non lo spirito chelo rende simile agli angeli, ma la carne che condivide con gli animali.

Lubich incoraggiava i giovani a “buttarsi nella neve” per contrastare le tentazioni sessuali. A un focolarino che ha confessato a Lubich di essere omosessuale, durante un colloquio privato al focolare di Londra, ha detto:

Preferirei che ti mettesse sotto una macchina piuttosto che commettere un atto omosessuale.

Quando è stato suggerito a Lubich dalla capozona della Germania di organizzare incontri di formazione sulla sessualità per i focolarini sposati, ha affermato con veemenza di essere l’unica guida del Movimento e ha destituito la responsabile dal suo ruolo, provocandone di fatto l’allontanamento definitivo dal Movimento.

Anche se Lubich parlava in pubblico in un modo positivo della vocazione coniugale e del sacramento del matrimonio, in privato metteva in luce la superiorità della vita consacrata rispetto a quella coniugale. In un discorso mai pubblicato dice alle focolarine consacrate

se cercate il Principe Azzurro, vedete come finirete!35

Il fatto che molti membri del Movimento si avvicinino al percorso spirituale in età molto giovane porta spesso a una crescita poco armoniosa e a un’assenza di maturazione emotiva e relazionale equilibrata.

Spesso si invitano i focolarini a rifiutare le proprie emozioni e i sentimenti personali che sono visti come ingannevoli, determinando così uno sviluppo disarmonico della psiche umana. Anche nei momenti di dolore non è permesso esprimere la difficoltà. Per esempio prima del funerale di Lubich, la sua segretaria ha chiesto a tutti di non esprimere nessuna manifestazione di sofferenza:

Niente lacrime — dobbiamo mostrare che Chiara è in Paradiso.

Lo slogan di “amare Gesù negli altri”, a cui sono invitati i membri, crea nelle relazioni personali uno scollamento dalle emozioni spontanee di affetto e amicizia. Ogni individuo non è più se stesso con le proprie peculiarità, ma, essendo considerato “Gesù da amare”, vede annullata la propria personalità generando così situazioni didisarmonia affettiva o addirittura malattia mentale. La figlia di un focolarino sposato del Belgio ha detto, quando ha lasciato il Movimento all’età di diciotto anni:

Mi sentivo come un’animale che ha perso tutti i suoi istinti.

2.2 Gnosticismo contemporaneo

Le “visioni” di Chiara Lubich riferite al periodo nominato “Paradiso del ’49” sono riconducibili a quello che Papa Francesco ha definito “gnosticismo contemporaneo”. Nell’Esortazione Apostolica Gaudete et Exultate del 19 marzo 2018, afferma che

lo gnosticismo è una delle peggiori ideologie, poiché, mentre esalta indebitamente la conoscenza o una determinata esperienza, considera che la propria visione della realtàsia a perfezione. In tal modo, forse senza accorgersene, questa ideologia si autoalimenta e diventa ancora più cieca. A volte diventa particolarmente ingannevolequando si traveste da spiritualità disincarnata. Infatti, lo gnosticismo «per sua propria natura vuole addomesticare il mistero», sia il mistero di Dio e della sua grazia, sia il mistero della vita degli altri.36

Chiara Lubich descrive il “Paradiso del ’49”37 come una serie di “visioni” giornaliere che ebbe nell’estate del 1949:

Abbiamo avuto l’impressione che Dio abbia aperto gli occhi dell’anima al regno di Dio che era in mezzo a noi e abbiamo visto Lui che è in mezzo a noi, il Paradiso che era in mezzo a noi, e in uno scenario così divino, così espressione della Trinità, abbiamo capito, tutti quegli anni fa [nel 1949], quale fosse il ruolo di questo Movimento nel suo insieme e il suo ruolo in ognuno di noi nella Chiesa.

Commentando lo gnosticismo contemporaneo, Papa Francesco dice:

Frequentemente si verifica una pericolosa confusione: credere che, poiché sappiamo qualcosa o possiamo spiegarlo con una certa logica, già siamo santi, perfetti, migliori della massa ignorante.

La gerarchia della Chiesa cattolica è tradizionalmente reticente sulle rivelazioni private. Nel Movimento dei Focolari invece le visioni di Chiara Lubich possiedono un’autorità suprema sulla condotta di vita — quasi come un quinto Vangelo.

Infatti, poiché nell’adesione al carisma dell’Unità l’esperienza di fede si risolve in una richiesta di osservanza e di assoggettamento alle regole imposte senza possibilità di valutazione personale e libera, chi aderisce al Movimento dei Focolari ne interiorizza senza riserve i dogmi e lo stile di vita, facendo affidamento sulla bontà della proposta, riconosciuta complessivamente come valida.

Queste “rivelazioni” si estendono anche a grandi “dottrine” sul ruolo del Movimento stesso nella Chiesa. Nel suo discorso del 1963, Lubich affermava chiaramente quale fosse questo ruolo: “abbiamo capito che quest’Opera non è altro che una presenza mistica di Maria nella Chiesa... Il nostro compito nella Chiesa è il compito che Maria avrebbe oggi se vivesse nella Chiesa”. Lubich ha perfino rivendicato per se stessa il titolo di “Vicaria di Maria”, la controparte femminile del Papa — “Vicario di Cristo” — e in una “visione” ha visto se stessa accanto alla Madonna come “un’altra piccola Maria”.

Dopo la morte di Lubich le sue visioni sono state promosse sempre più strenuamente dal Movimento dei Focolari, in un fiume di libri, articoli e video, culminati in una recente [febbraio 2021] affermazione del neo rieletto copresidente Jesus Moran:

Bisogna dire che Chiara ha sempre pensato e ci ha trasmesso... che questa esperienza mistica è l’essenza della mentalità di chiunque voglia essere fonte di unità oggi nella Chiesa e nella società — e anche di chi accetta il carisma del Movimento. Perciò l’esperienza di Chiara non è privata o particolare.38

C’è un’enfasi sempre più forte sul “carisma di Chiara” e particolarmente sul “Paradiso del ’49”. La Scuola Abbà39 e l’Università Sofia40 a Loppiano sono state fondate specificamente per sviluppare le visioni di Lubich in ogni aspetto della vita secolare e per diffonderle su scala mondiale come rivelazioni divine destinate a cambiare ogni aspetto della vita civile e per creare un mondo nuovo.

Nonostante i numerosi avvertimenti di Papa Francesco ai movimenti ecclesiali laici sui

pericoli di vivere in un “mondo parallelo”, distillato, lontano dalle sfide reali della società, della cultura e di tutte quelle persone che vivono accanto a voi e che attendono la vostra testimonianza cristiana41

l’enfasi sul “carisma dell’unità” e il “carisma di Chiara” è più forte che mai nel Movimento. Pensando a questo tipo di atteggiamento, Papa Francesco dice in Gaudete et exsultate:

Quando qualcuno ha risposte per tutte le domande, dimostra di trovarsi su una strada non buona ed è possibile che sia un falso profeta, che usa la religione a proprio vantaggio, al servizio delle proprie elucubrazioni psicologiche e mentali. Dio...è sempre una sorpresa e non siamo noi a determinare in quale circostanza storica trovarlo... Chi vuole tutto chiaro e sicuro pretende di dominare la trascendenza di Dio.42

Dai racconti delle prime compagne di Chiara Lubich si è venuti a conoscenza che nel 1950 era stato consigliato loro di distruggere le carte, perché se i documenti sul “Paradiso” non fossero stati distrutti, il Movimento non sarebbe mai stato approvato. Ufficialmente è stato tramandato nell’Opera che i documenti, che attestavano le visioni di Chiara Lubich, fossero stati distrutti, ma Igino Giordani, primo focolarino sposato e cosiddetto cofondatore del Movimento, ha nascosto una copia di duecento pagine dattiloscritte in una banca romana e una copia su microfilm in un armadietto bagagli alla stazione di Firenze. Quando c’è stata l’alluvione negli Anni Sessanta si è diffuso il panico fra i focolarini, ma il microfilm si è salvato. Dopo l’approvazione ufficiale del Movimento, poco a poco, durante gli anni, gli scritti del Paradiso sono stati pubblicati, ma molto è ancora tenuto segreto, per il timore che non venga capito fuori dal Movimento. Secondo i membri di Oref, tutti i documenti segreti sul Paradiso vengono esaminati da teologi esperti. Tra l’altro, queste visioni di Lubich presentano un’interpretazione molto letterale del Paradiso, l’inferno e la Chiesa, secondo una prospettiva “dualistica” di stampo manicheo.

Il 6 febbraio 2021, nel suo discorso ai leader del Movimento, Papa Francesco mette in evidenza la necessità di

evitare ogni autoreferenzialità, che sempre è un peccato, è una tentazione quella di guardarsi allo specchio. No, è brutto questo. Soltanto per pettinarsi al mattino e niente di più! Questo evitare ogni autoreferenzialità, che non viene mai dallo spirito buono, è quello che auspichiamo per tutta la Chiesa: guardarsi dal ripiegamento su sé stessi, che induce a difendere sempre l’istituzione a scapito delle persone, e che può portare anche a giustificare o a coprire forme di abuso.43

Tuttavia i focolarini, con atteggiamento di autoreferenzialità, non solo hanno un’impostazione valoriale e dottrinale che li connota come “Chiesa parallela” e non integrata nel tessuto pastorale dei territori di riferimento, ma possiedono un proprio linguaggio gergale fatto di neologismi, acronimi e concetti teologici di libera interpretazione. Il teologo Bruno Secondin, carmelitano, Professore di Spiritualità al Gregoriano,che ha studiato i focolarini lo definisce “codice elaborato”44, formalizzato per creare “il proprio universo”.

Secondo Lubich, non si può lasciare del tutto il Movimento, perché quelli che scappano appartengono comunque al “recinto di Maria”. Anche la morte non libera l’aderente dall’appartenenza, perché, sempre secondo Lubich, i membri del Movimento dopo la vita terrena vanno alla “Mariapoli celeste”.

Un esempio straordinario di come Lubich sia diventata il messaggio principale del Movimento si trova nel breve documentario/viaggio prodotto dai Focolari e intitolato “Un pellegrinaggio alle sorgenti”45, che ritrae un “pellegrinaggio” di accademici indù dall’India ai “luoghi santi” di Trento e dintorni nell’Italia settentrionale, legato alla “Santa” (termine usato nel documentario), cioè Chiara Lubich.

2.3. Abusi patrimoniali. L’importanza di soldi, beni materiali e potere nel mondo secolare

Concetti di grande importanza fra i focolarini sono la “provvidenza” e il “centuplo”, che concretamente si traducono nella disponibilità di donare tutte le proprie risorse al Movimento dei Focolari come istituzione e non ai singoli membri. Questa pratica delle donazioni di soldi e beni materiali (case, terre, automobili, ecc.) è riferita al brano evangelico46 in cui Gesù spiega ai suoi discepoli che chi lascia tutto per lui, riceverà in cambio il “centuplo”, come conferma dell’approvazione di Dio per la totale dedizione al suo progetto. La donazione patrimoniale diventa quindi condizione necessaria per vivere il Vangelo.

Nel cammino spirituale del Movimento, chi sceglie di consacrarsi, entra nella vita del Focolare, cioè la vocazione dei celibi/nubili laici, per dedicarsi totalmente al servizio dell’Opera e del Regno di Dio, anche con l’esercizio della propria professione.

Alcuni focolarini tuttavia svolgono attività lavorative nei Centri del Movimento (Cittadelle, Centri Mariapoli, Centri zona, Centro dell’Opera).

Molte testimonianze documentate mettono in evidenza come queste attività professionali, svolte a tempo pieno, vengono considerate per il Movimento attività di volontariato, ma sono a tutti gli effetti attività lavorative, pertanto essi non vengono inquadrati come lavoratori ai sensi delle normative che l’ordinamento giuridico prevede per un’attività professionale, con conseguente mancata apertura della posizione Inps per la previdenza sociale né Inail per gli infortuni sul lavoro.

Inoltre il/la focolarino/a non ha la possibilità di scegliere liberamente la propria attività professionale, che viene imposta dal Centro dell’Opera senza nessuna possibilità da parte degli interessati di esprimere una preferenza o di seguire il proprio percorso di studi nell’inserimento lavorativo. Quindi se i consacrati svolgono attività di lavoro per il Movimento, vengono ricompensati solo con vitto e alloggio senza contributi previdenziali a fini pensionistici né assicurazione per gli infortuni sul lavoro, se invece svolgono attività professionali con regolare contratto di lavoro, per esempio presso un ufficio, una scuola, ecc. il loro stipendio viene completamente donato al Movimento in modo obbligatorio, senza possibilità di trattenere per sé nessuna risorsa.

In ogni caso se, per motivi di difficoltà o di mancata condivisione del percorso, i consacrati escono dal cammino spirituale del focolare, non possiedono più le risorse personali frutto del loro lavoro, perché hanno donato tutto all’Opera, dal momento che non è prevista una regolamentazione precisa di questa situazione. Gli statuti infatti non prevedono una modalità specifica di sostentamento per chi si allontana, ma il supporto economico è temporaneo e prevede una corresponsione di denaro limitata, la cui valutazione è stabilita dai responsabili.

Nelle condivisioni raccolte emerge in modo eclatante che la mancanza di sostegno economico proporzionato a quanto donato dai focolarini al Movimento, genera situazioni di disagio e di isolamento sociale.

Dall’esperienza dei fuoriusciti emerge inoltre che la partecipazione alla vita comunitaria prevede la donazione totale del proprio reddito al gruppo (stipendi, risparmi, testamenti in favore degli enti di appartenenza), utilizzato in parte per le necessità dei membri (a discrezione dei responsabili) e in parte donato ai centri nazionali o internazionali per i fini generali.

Non sono previste quindi disposizioni per garantire una gestione autonoma del reddito da lavoro percepito dai singoli né durante il periodo di appartenenza né tantomeno durante il periodo di allontanamento.

Molti fuoriusciti, infatti, si sono trovati senza lavoro né risparmi né previdenza sociale. Anche laddove la donazione al Movimento sia spontanea, è comunque prevista come condizione necessaria per l’adesione, tanto che chi non si conforma a questa regola non può rimanere affiliato o subisce forti pressioni psicologiche, affinché la donazione sia comunque elargita.

Non viene ammessa la possibilità per i membri interni di partecipare alla vita dell’opera attraverso decisioni condivise e un confronto sugli aspetti economici. Non è prevista l’approvazione sociale di un bilancio preventivo, per decidere come spendere le risorse, né un rendiconto consuntivo per approvare il riepilogo storico delle spese, cosa che invece è normale per tutte le associazioni di volontariato.

Non esiste un organo decisionale collegiale a vari livelli formato da rappresentanti di tutte le branche, né una modalità di decisione condivisa sulle questioni della vita comunitaria, in modo che tutti possano contribuire agli aspetti gestionali/organizzativi, ma anche ai valori di fondo delle decisioni adottate. I processi decisionali sono demandati ai responsabili gerarchici che decidono le sorti dell’opera senza condividere con la base.

Nel 1991 Chiara Lubich ha lanciato un nuovo modello economico alternativo a capitalismo e a comunismo definito “Economia di Comunione” (EdC)47. Visionando le informazioni del sito dedicato, il progetto di EdC si presenta, come del resto tutte le iniziative del Movimento, molto efficace e accattivante.

I valori, che muovono la pratica economica delle imprese che vi aderiscono, sono senz’alto condivisibili e rispecchiano il principio di solidarietà e di giustizia della dottrina sociale della Chiesa e la necessità di equità sociale ed economica, così fortemente sentita oggi.

L’esigenza attuale di solidarietà e di condivisione necessiterebbe di una forma organizzata e comune a livello globale ed ecclesiale, per raggiungere veramente l’obiettivo di sradicare le disuguaglianze, la miseria e l’oppressione. Chi conosce il Movimento sa bene tuttavia che i progetti, che esso porta avanti, sono fortemente autoreferenziali e incentrati solo sull’appartenenza al carisma di Chiara Lubich e quindi limitati a una visione unidirezionale delle soluzioni proposte.

Il Movimento tende a proporre propri progetti e soluzioni, collaborando con altre realtà, solo se vi è adesione univoca alla propria struttura organizzativa, che scaturisce dal carisma dell’unità e che non contempla nessuna contaminazione.

L’idea della cultura del dare nasce dalla pratica della Comunione dei beni ispirata alle prime comunità cristiane, praticata da Chiara Lubich all’inizio del Movimento con le sue prime compagne e divenuta elemento essenziale della vita del focolare e dei suoi aderenti.

Nell’intuizione di Chiara Lubich in Brasile nel 1991, quando per la prima volta viene teorizzata l’EdC, questa pratica viene vista come la soluzione alle sfide della globalizzazione e dei processi di esclusione dei poveri dal progresso economico.

Nel sito di EdC sono presenti i report delle distribuzione degli utili, ma non è chiaro chi decide questa distribuzione. Vengono indicati i progetti realizzati con le risorse raccolte, ma ancora non è chiaro se i destinatari sono solo membri del Movimento.

Per l’esperienza che abbiamo avuto, in base alle dichiarazioni diffuse internamente nel Movimento, crediamo che il progetto non sia rivolto a tutti i poveri, ma solo a quelli che rientrano nel circuito del Movimento. Le strutture di formazione di uomini nuovi sembrano essere solo quelle organizzate e create dal Movimento all’interno delle cittadelle e dei poli aziendali nati dal Movimento stesso. Nelle linee guida per gestire un’impresa secondo la logica di EdC sono presenti i colori dell’arcobaleno, che vengono utilizzati nelle vita dei membri interni del Movimento, per rappresentare i vari ambiti della scelta di vita evangelica operata dai suoi membri.

È ovvio che per ogni teoria ci siano dei valori di riferimento, che si devono rispettare, ma qui sembra che solo chi aderisce all’ideale dell’unità possa rendere attivo questo progetto nella propria azienda.

Per realizzare una cultura e una politica di economia etica a servizio del bene comune, affinchè l’utilizzo delle risorse sia orientato a una distribuzione del reddito più equa, occorre una società civile organizzata che, partendo dalla base, modifichi gli stili di vita nelle relazioni economiche.

Ci sono già vari gruppi organizzati che operano in questa direzione e che lavorano in un’ottica di rete (gruppi di acquisto solidale, fair trade, Libera, gocce di giustizia, banche del tempo, banche etiche), il Movimento tuttavia non passa per nessuno di questi circuiti. Lo stile del Movimento non è purtroppo quello di fare rete e di inserirsi in realtà già presenti, ma di proporre la propria impostazione al mondo non solo nelle questioni ecclesiali e teologiche, ma ora anche in quelle economiche. Ovviamente questa prospettiva non emerge dalle informazioni che sono presentate nel sito Internet di EdC, ma sono evidenti nel momento in cui ci si addentra nel cuore dell’Opera di Maria e nella vita di questo carisma. Possono quindi emergere solamente dalle esperienze di chi ha aderito al Movimento.

Chiara Lubich parlava della “cultura del dare”, ma quello che si evince dalle testimonianze dei fuoriusciti è invece la “cultura del prendere”, perché il dono è praticato a senso unico. Diverse testimonianze infatti dimostrano che nel momento del bisogno i focolarini non hanno ricevuto nessun supporto economico.

Dal 1990 in poi, il Movimento ha cercato sempre più di stabilirsi nel mondo secolare, fondando moltissime organizzazioni di facciata (front-organizations): Azione per un mondo unito, Together for Europe, ecc.

L’EdC e il Movimento per l’Unità nella Politica sono stati mezzi sfruttati per avere più potere e influenza.

Con moltissimi contatti nella politica in tutta l’Europa, Lubich ha ricevuto grandi premi come il Premio per la Pace in Educazione di UNESCO e il Premio per Diritti Umani del Consiglio di Europa, nonostante il Movimento dei Focolari agisca contro molti diritti umani riconosciuti dall’Onu.

Dopo il 1995 c’è stato uno sforzo enorme dal Centro dell’Opera di sollecitare il riconoscimento della fondatrice con onorificenze pubbliche, con esplicita disposizione alle zone in tutto il mondo di promuovere tale riconoscimento se avessero voluto ricevere una visita di Lubich, che in effetti ha ricevuto moltissime cittadinanze onorarie e lauree ad honorem in vari parti del mondo e in diverse materie di laurea soprattutto nell’ambito delle scienze sociali.

Negli Anni Novanta Lubich ha lanciato il concetto delle “inondazioni”48 per “clarificare” (gergo focolarino!) ogni aspetto del mondo civile con “la luce” del “Paradiso del ’49”. Partendo dal mondo economico, con l’EdC e fino al mondo politico con il Movimento per l’Unità nella Politica, sono state costituite organizzazioni nei campo dei media, della psicologia, della legge, della medicina, dell’educazione, dell’arte ecc. Secondo Lubich, citando San Francesco,

Prima Assisi [la spiritualità], poi Parigi [lo studio] e poi Hollywood [tutto il resto].

Infatti intorno all’anno 2000 c’è stato uno sforzo enorme per stabilire contatti con Hollywood. Tra tanti altri avvenimenti, nel novembre 1999, nel corso della sesta edizione del City of the Angels Film Festival, evento cristiano che si tiene ogni anno a Los Angeles, i Focolari hanno organizzato un evento presso la sede della Directors’ Guild of America, durante il quale hanno consegnato al Presidente della Guild, Jack Shea, e a sua moglie, la sceneggiatrice Patt Shea, il premio annuale “Luminosa” del Movimento dei Focolari. L’evento è stato chiaramente considerato significativo non solo dal Movimento, ma anche dalla gerarchia della Chiesa. Erano presenti il cardinale Keeler di Baltimore e mons. Maniscalio, dell’Ufficio Comunicazioni della Conferenza Nazionale Americana dei vescovi cattolici. L’arcivescovo John Foley del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali è arrivato da Roma per l’occasione. Gli unici partecipanti che sembravano disorientati sul significato preciso dell’evento erano gli stessi destinatari del premio, ma le ambizioni dei focolarini erano molto chiare. Commentando a una conferenza per le comunicazioni al Centro focolarino a Roma, Lubich ha affermato:

In questo momento in cui l’umanità sembra vagare nel buio dopo il crollo delle ideologie e l’oscuramento di molti valori, ci troviamo tra le mani questi potenti mezzi di comunicazione.

Secondo Lubich non ci sono stati mai piani predisposti in anticipo per il Movimento, ma esiste un suo discorso del 1955 dove parla già di “Assisi, Parigi e Hollywood” — un idea che chiaramente le stava molto a cuore, tanto da far pensare se qualsiasi altra persona nella storia — religiosa o secolare — abbia mai avuto un sogno così grandioso come quello suo delle “inondazioni”.

3. La questione giuridica

Le esperienze dei fuoriusciti evidenziano la deriva settaria del Movimento dei Focolari49, l’impostazione dogmatica della proposta spirituale, la violazione di specifiche norme e dei diritti umani fondamentali che genera diffusi danni psicologici, che non si limitano all’ambito individuale, ma, avendo una ricaduta su una vasta popolazione, diventano vera e propria emergenza sociale, se si considera che l’adesione a livello mondiale è veramente consistente in termini numerici.

Le condotte riportate dalle testimonianze si configurano in alcuni casi come veri e propri illeciti penali e civili che rientrano per esempio nella violenza privata, nell’istigazione al suicidio, nella violenza sessuale, nella violazione della libertà di pensiero e di parola, nella mancanza di liberalità delle donazioni obbligate, fino alla violazione dei diritti del lavoro. Chi aderisce alla comunità del Focolare dovrebbe avere la possibilità di vedere riconosciuto il suo apporto, come avviene nel regime patrimoniale della famiglia, di decidere e conoscere l’impiego di quanto conferito all’ente, di gestire autonomamente il denaro guadagnato facendo gli acquisti che ritiene utili per la propria vita, di avere la garanzia che il reddito personale prodotto sia sempre dichiarato allo stato e confluisca nel reddito nazionale e di poterne mantenere la proprietà in caso allontanamento o abbandono della comunità.

Pertanto sarebbe necessario prevedere una disciplina specifica che regoli il regime patrimoniale dei membri delle comunità che si consacrano a vita comune, in modo che le risorse, frutto del lavoro personale, restino di proprietà dei singoli individui, pur prevedendo, nell’ottica del principio di solidarietà, la possibilità che una parte delle risorse concorra alle esigenze collettive della comunità.

I membri di Oref desiderano condividere la loro esperienza per far emergere quello che dai canali ufficiali del Movimento non è evidente o chiaro.

Nei giorni precedenti l’uscita del rapporto della GCPS Consulting è fallito un incontro richiesto da un gruppo di ex membri del Movimento con la Co.Be.Tu. (Commissione cosiddetta “indipendente” nata in seno al Focolare su ordine del Vaticano), per segnalare gli abusi subiti.

In vista di tale incontro era stato proposto, in prima istanza, la presenza di un giornalista indipendente e la possibilità di registrare la conversazione. A tale richiesta Co.Be.Tu. ha opposto un rifiuto (mentre la commissione avrebbe partecipato con quattro persone, tre delle quali avvocati). Si è quindi ribadito che la presenza di un giornalista o di un avvocato sarebbe stata necessaria e tutelante per garantire trasparenza nel confronto, ma, considerando che la risposta è tardata molto ad arrivare, si è deciso che a tali condizioni non era possibile procedere all’incontro.

Co.Be.Tu. non ha replicato e, più volte sollecitata, ha infine accettato l’incontro con la presenza di un avvocato – ma ciò è avvenuto solo:

• quando le condizioni di fiducia erano ormai venute meno;

• dopo un lungo silenzio da parte loro;

• a seguito della pubblicazione del Rapporto della GCPS Consulting.

Valutate le condizioni poste in essere50, non si è più ritenuto utile né costruttivo incontrare la Commissione. A seguito dei fatti descritti, è maturata la decisione di fondare il gruppo denominato Oref.

Gli aspetti più problematici della cultura dei Focolari non sono scritti in alcuna regola né sui documenti ufficiali: gli abusi sono il naturale risvolto di una formazione che mette al centro il Movimento e ritiene che l’istituzione valga più di qualsiasi individuo.

Manca un cammino di discernimento e un percorso psicologico personale di conoscenza di sé, che favorisca un approccio equilibrato alla vita consacrata, evitando così le derive di potere e autoreferenzialità, che lo stato di vita, soprattutto in ruoli di autorità, potrebbe comportare.

I racconti dei fuoriusciti, evidenziano in modo inequivocabile e coerente una situazione di assoluta soggezione dei consacrati nei confronti delle imposizioni dei superiori che propongono un sistema di precetti e regole a cui non è possibile contrapporsi, in una dinamica di sottomissione che porta alla totale cancellazione della capacità di autodeterminarsi. Pur essendo un’adesione apparentemente libera, nel momento in cui si assume l’impianto valoriale del percorso, sussiste un obbligo implicito ad accettare la supremazia psicologica del superiore, senza che sia ammessa per gli aderenti la facoltà di formare liberamente una valutazione autonoma relativa alle scelte di vita e alle decisioni economiche e lavorative. In questo quadro, poco efficace è l’obiezione talvolta udita in base alla quale i racconti dei fuoriusciti non sarebbero attendibili, perché espressione di coloro che sono scontenti e rancorosi nei confronti dell’organizzazione. È ovvio che senza le testimonianze di ex membri, opportunamente vagliate e verificate, sarebbero impossibili lo studio dei movimenti politici estremisti e la lotta alla mafia. L’idea di rigettare le testimonianze dei fuoriusciti anche in presenza di una massiccia quantità di elementi comuni da parte di membri che non hanno avuto fra loro alcun contatto eccetto l’appartenenza alla medesima fede o organizzazione, sarebbe espressione di pregiudizio. L’esperienza insegna che le descrizioni degli ex membri sono in genere più attendibili di quelle dei membri attivi.

Agli interni e agli aderenti, i fuoriusciti che abbandonano il Movimento appaiono disobbedienti, sobillatori o fragili, cioè incapaci di adeguarsi ai dogmi e ai precetti del cammino di fede; all’opinione pubblica, risultano persone vulnerabili con problemi esistenziali o personali, che vengono irretiti a causa di un atteggiamento acritico dovuto a debolezza psicologica. In realtà il sentimento comune di chi ha abbandonato l’ideale di Chiara Lubich è il desiderio forte di rispondere al bisogno di trascendenza e di ricerca di senso per la propria vita. La disobbedienza e l’allontanamento dal percorso spirituale del Movimento dei Focolari nascono dalla necessità di essere fedeli alla propria coscienza rifiutando le imposizioni precostituite, per scegliere il valore del rispetto della persona.

Le riflessioni ricavate dalle testimonianze raccolte sono finalizzate esclusivamente a guarire gli abusi dei fuoriusciti e di quelli che non hanno la forza di allontanarsi per timore di restare soli.

Poiché Papa Francesco in occasione del Congresso internazionale di teologia presso la Pontificia Università Cattolica argentina ha detto:

Le domande del nostro popolo, le sue pene, le sue battaglie, i suoi sogni, le sue lotte, le sue preoccupazioni, possiedono un valore ermeneutico che non possiamo ignorare se vogliamo prendere sul serio il principio dell’incarnazione. Le sue domande ci aiutano a domandarci, i suoi interrogativi ci interrogano51

i membri di Oref hanno sentito risuonare nel cuore con forza l’invito a condividere le sofferenze vissute.

La condivisione delle esperienze raccolte quindi vuole essere una lettura della vita del popolo di Dio che può aiutare la Chiesa a orientare l’annuncio del Vangelo a obiettivi di bene collettivo senza sacrificare il bene dei singoli individui e il benessere dell’anima.

30 luglio 2022

1. Il documento è disponibile anche in lingua inglese: Without Truth, Freedom, and Humility can there be unity?.
2. Oref è un’organizzazione internazionale che raccoglie membri di vari paesi dell’Europa e dell’America, che hanno trovato nell’incontro e nella condivisione la possibilità di rielaborare l’esperienza di dedizione totalitaria al Movimento, che aveva portato a vivere traumi psicologici e spirituali, difficili da superare. Nasce dopo la pubblicazione in Italia del libro inchiesta di Ferruccio Pinotti La setta divina. Il Movimento dei Focolari fra misticismo, abusi e potere (Piemme, Milano 2021), con lo scopo di indagare e registrare i casi di abuso di ogni tipo da parte del Movimento dei Focolari.
3. www.focolare.org.
4. Vademecum per il Sinodo sulla Sinodalità, settembre 2021.
5. Ibidem.
6. Vincent Hanssens, De l’emprise à la liberté. Dérives sectaires au sein de l’Église. Témoignages et réflexions, Éditions Mols, 2017; Gordon Urquhart, Le armate del Papa. Focolarini, neocatecumenali, Comunione e Liberazione. I segreti delle misteriose e potenti sette cattoliche, Ponte delle Grazie, Milano 1996; Carlotta Zavattiero, Le lobby del Vaticano. I gruppi integralisti che frenano la rivoluzione di papa Francesco, Chiarelettere, Milano 2013; Pinotti 2021; www.focolare.net.
7. Hanssens 2017.
8. www.focolare.org.
9. Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica, Il servizio dell’autorità e l’obbedienza, Faciem tuam, Domine, requiram.
10. Joseph Card. Ratzinger, I movimenti ecclesiali e la loro collocazione teologica. Atti del Congresso mondiale dei movimenti ecclesiali, Roma, 27-29 maggio 1998.
11. Giovanni Paolo II, Redemptoris missio, 7.12.1990, §72.
12. Ratzinger 1998.
13. Papa Francesco, Lumen Fidei, 29.6.2013.
14. www.cittanuova.it.
15. Valerio Gigante, “L’altro Paradiso di Chiara Lubich, fondatrice dei Focolarini”, Adista, 13.3.2020; Pinotti 2021.
16. La parola “popo” significa “bambino” in dialetto trentino.
17. Vangelo di Giovanni 17,20-26.
18. Renata Patti, Io e il Movimento dei Focolari. Storia di un inganno e una liberazione, 2019.
19. Copia della testimonianza negli archivi di Oref.
20. “[...] San Francesco insegnava che se il superiore comanda qualcosa si deve obbedire con l’altissima povertà di mente. E si diceva che avesse messo alla prova i frati facendo piantare i cavoli con le radici in su. Perché l’obbedienza è questa e ce l’ha dimostrata Gesù, che ha sempre obbedito al Padre fino all’abbandono; si è riabbandonato nel Padre che lo abbandonava: e un Dio abbandonato da Dio è veramente l’assurdo! Ma questa deve essere anche la nostra obbedienza. E noi non vogliamo venir meno a questo principio. Dobbiamo mantenere sempre viva questa idea della presenza di Cristo nella gerarchia della nostra Chiesa. Da ciò assolutamente non si può prescindere. Qui non si tratta di essere di destra o di sinistra, qui si tratta di essere del Vangelo”, qui.
21. Corvaglia, L. (2019). “Un modello di persuasione nei gruppi totalitari”, Psychophenia, vol. XIII, n. 41-42.
22. Discorso del Santo Padre Francesco ai partecipanti all’assemblea generale del Movimento dei Focolari, 6.2.2021.
23. Can. 530 del Codex 1917.
24. Valerio Gigante, “Per decisione vaticana, ai focolarini saltano gli schemetti“, Adista, 18.7.2020.
25. Copia negli archivi di Oref.
26. Qoelet 12, 8.
27. Archivio delle Parole di Vita.
28. Messaggio di Giovanni Paolo II ai partecipanti al Congresso mondiale dei movimenti ecclesiali, 27-29 maggio 1998.
29. Sandro Magister, “L’irresistibile ascesa dei Focolarini. L’altra metà della Chiesa”, L’Espresso, n. 26, 3.7.1997.
30. https://www.focolare.org/chiara-lubich/vivere-il-carisma.
31. Vangelo di Matteo 18, 15-17.
32. Valerio Gigante, “L’altro Paradiso...”.
33. “Trovata morta Marisa Baù: era non lontano dal luogo della scomparsa”, Vicenza Today, 31.1.2012.
34. Pinotti 2021.
35. Copia negli archivi di Oref.
36. Gaudete et exsultate, 19.3.2018.
37. Pinotti 2021.
38. Focolari: dopo l’Assemblea generale, 20.2.2021.
39. Scuola Abbà.
40. Università Sophia.
41. Discorso del Santo Padre Francesco ai partecipanti all’incontro delle associazioni di fedeli, dei movimenti ecclesiali e delle nuove comunità organizzato dal dicastero per i laici, la famiglia e la vita sul tema: la responsabilità di governo nelle aggregazioni laicali: un servizio ecclesiale, 16.9.2021.
42. Gaudete 2018.
43. Papa Francesco, 6.2.2021.
44. Cit. in Gordon Urquhart, The Pope’s Armada, Bantam Press (UK), 1995, pp. 23-4.
45. Italia. Un pellegrinaggio alle sorgenti, 2018.
46. Vangelo di Matteo 19, 23-30.
47. Economia di Comunione.
48. “Un fiume di luce nel mondo: le “inondazioni” del Movimento dei Focolari”, 31.1.2010.
49. Hanssens 2017.
50. Corrispondenza email, ora negli archivi Oref.
51. Videomessaggio del Santo Padre Francesco al Congresso Internazionale di Teologia presso la Pontificia Università Cattolica Argentina, 1-3 settembre 2015.

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