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Chiara Lubich e il femminismo sui generis

News pubblicata il 14 ottobre 2022 • Testo di Oref

È sufficiente che la presidente dei Focolari sia una donna per fare del Movimento una realtà femminista? La testimonianza di una ragazza che ha attraversato tutte e tre le generazioni del Movimento gen, dall’infanzia fino ai ventiquattro anni, porta alla luce una realtà permeata da rigide norme di genere, dove vige un ampio divario tra maschi e femmine, i rapporti tra i sessi sono regolati con severità, le deviazioni dall’eterosessualità cisgender sono scoraggiate e il tema della sessualità del tutto carente nell’educazione delle persone più piccole.

Scrive la ex gen:

I gen [potevano] essere anche ragazzi “normali”, con hobby, interessi, serate al pub o a ballare, relazioni con le ragazze. Le gen dovevano invece essere creature angeliche, senza hobby troppo impegnativi che togliessero tempo al Movimento, asessuate, senza pulsioni verso l’altro sesso. Potrei citare decine di episodi in cui questa disparità si è manifestata. [...] Non c’è mai stata una formazione ben fatta sulla sessualità, solo il dogma di arrivare vergini al matrimonio. La “purezza” veniva chiamata. Come se avere una vita sessuale ti rendesse “impuro”... (leggi tutto)

Ad ammettere che l’azione sociale e politica di Chiara sia stata molto lontana dalle istanze del femminismo mainstream è Luigino Bruni, economista aderente al Movimento, che parla di un “femminismo sui generis”, estraneo ai conflitti che ne caratterizzano le battaglie più note (aborto, divorzio, parità salariale):

Chiara è stata una delle donne più significative della Chiesa del Novecento. Ma lo è stata a modo suo. È stata ribelle anche a modo suo, un modo talmente suo e diverso da non apparire come tale. Ad esempio, lei e il suo Movimento – composto per i primi anni solo da donne, da ragazze – hanno da sempre avuto un tratto femminile e femminista, ma la “tredentinità”di Chiara, e quindi la sua radicale cattolicità, unita al suo carattere che non amava né i conflitti né le polemiche, hanno prodotto un femminismo sui generis. [...] Non troviamo né negli scritti né nei gesti di Chiara posizioni di punta sulla questione femminile, e nei grandi temi scottanti del suo tempo (sacerdozio femminile, donna e potere nella Chiesa, etica famigliare). Chiara e il suo Movimento hanno sempre espresso tesi ortodosse e allineate con il magistero ufficiale della Chiesa cattolica. Quindi il genio di Chiara non si è espresso nel proporre novità istituzionali per la donna nella Chiesa.1

La testimonianza integrale della ex gen è accessibile qui.

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