Tutela legale

2. Dimensione psicologica

Agli interni e agli aderenti, i fuoriusciti che abbandonano il gruppo/movimento, appaiono disobbedienti, sobillatori o fragili, cioè incapaci di adeguarsi ai dogmi e ai precetti del cammino di fede; all’opinione pubblica risultano persone vulnerabili con problemi esistenziali o personali, che vengono irretiti a causa di un atteggiamento acritico, dovuto a debolezza psicologica.

Il senso di spiritualità e devozione, tuttavia, è insito nell’uomo come bisogno fondamentale, e nasce dalla ricerca di senso della vita.

Chi entra nell’esperienza di comunità di vita religiosa, vive sentimenti di “innamoramento”, che spingono a scegliere di lasciare tutto per dedicarsi, in modo vocazionale, ad un cammino di impegno totalizzante.

Tuttavia, poiché l’esperienza di fede - identica in ogni forma di espressione religiosa – si risolve in una richiesta di osservanza e di assoggettamento a regole morali, precetti e atteggiamenti rituali, acquisiti come verità assolute, che non prevedono la possibilità di valutazione personale e libera, coloro che aderiscono ad un gruppo religioso, li interiorizzano senza riserve, facendo affidamento sulla bontà della proposta, riconosciuta complessivamente come valida. Questo dogmatismo di regole, riti e precetti, si impone ancor di più se il Fondatore della comunità/movimento viene proclamato santo.

I gruppi di vita religiosi, che si strutturano in organizzazioni complesse e articolate, a volte presenti su scala mondiale, generano assetti amministrativi e gerarchici, che rischiano di far prevalere le questioni gestionali e di conservazione dei dogmi sui principi etici e sul rispetto della persona.

Queste realtà sono terreno fertile per derive settarie e per l’applicazione asettica dei principi spirituali, anche di fronte ad evidenti e diffusi segnali sociali di disagio.

Nella ricerca di autorealizzazione e contemporaneamente di spinta solidale verso il bene comune, l’esperienza di fede tocca la componente sia cognitiva che emotivo-affettiva della persona e porta il credente ad affidarsi completamente ai valori proposti, incidendo in maniera indelebile sulla formazione della propria identità e modalità di relazione con il mondo.

Questo porta soggetti intenti in questa ricerca, portatori di fragilità latenti o manifeste, o privi di queste ultime, ad una sorta di allentamento delle normali barriere difensive messe in pratica nella vita comune, fidando nel puro dichiararsi di una volontà divina che molti soggetti manipolatori ed abusanti , professano, salvo poi violare questo patti di fiducia immettendo personali pulsioni di controllo o desiderio di guadano che hanno come oggetto l'individuo che aderisce a tali movimenti,

Se l’esperienza di fede è componente fondamentale della persona e dei gruppi sociali, la libertà di religione non può essere un diritto inviolabile indiscriminatamente, ma deve sottostare al rispetto del valore del bene comune, costituito da un sistema organico di diritti, che tutti hanno il dovere di rispettare.


Testo di Martina Castagna, Luigi Corvaglia, Paolo Florio, Guido Licastro, Maurizio Montanari, Emanuela Provera, Federica Roselli, Cecilia Sgaravatto e Monique Van Heynsbergen, tratto da Riflessioni giuridiche ed etiche sull’esperienza di adesione alle famiglie religiose e ai movimenti ecclesiali della Chiesa Cattolica. Giustizia e tutela dei diritti nella vita delle comunità ecclesiali (febbraio 2023).

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