Condannato Angelo Becciu, il protettore dei focolarini
News pubblicata il 16 dicembre 2023 • Testo di La redazione
Il 16 dicembre 2023, l’amico dei focolarini Monsignor Giovanni Angelo Becciu è stato ufficialmente condannato a cinque anni e sei mesi di reclusione, all’interdizione perpetua dai pubblici uffici e a una multa di ottomila euro per peculato da una sentenza del Tribunale di prima istanza della Città del Vaticano.
Da sinistra: l’ambasciatore Pietro Sebastiani, Monsignor Giovanni Angelo Becciu e Maria Voce, all’epoca presidente del Movimento dei Focolari, al convegno Chiara Lubich e l’Economia di Comunione: il percorso di una profezia (Roma, 3 maggio 2018)
Essendo uno degli arcivescovi più potenti del mondo, il 3 maggio 2018 il Movimento dei Focolari lo aveva coinvolto in un convegno dedicato al rapporto tra Economia e Fede, un argomento sul quale — come l’odierna sentenza conferma — era molto ferrato. Fa effetto rileggere oggi le sue parole all’incontro Chiara Lubich e l’Economia di Comunione: il percorso di una profezia, cui Becciu era intervenuto subito dopo la presidente del Movimento dei Focolari Maria Voce.
L’arcivescovo, che non può raccontare pubblicamente i retroscena delle sue attività, lo fa indirettamente restando sul piano astratto e definendo l’Economia una “ricerca del profitto [dai] meccanismi veloci, spesso voraci e in parte incontrollabili”: il discorso è tanto esplicito e vero alla lettera da impedirci di definirlo un lapsus linguae. Chi è in sala annuisce: è utile che chi sta in basso pensi che quei meccanismi siano incontrollabili — perché dal basso lo sono davvero. A salvare i poveri moderni ci pensano gli antichi greci, tanto premurosi da coniare la parola Economia per esprimere il concetto di “amministrazione della casa”: il prefisso oikos (eco) si riferisce ai beni di famiglia. Per l’atmosfera che si respira in quell’ambasciata sontuosa, a Becciu non serve aggiungere che la famiglia è quella ristretta di chi si trova in sala in quel momento. In tutta risposta, il parterre di imprenditrici ed esponenti dell’alta borghesia romana applaude con sollievo: finché la critica resta sul piano delle idee, la struttura capitalista e predatoria alla base delle loro attività non viene messa in discussione.
Riportiamo il testo integrale dell’intervento di Giovanni Angelo Becciu perché le sue retoriche ne fanno l’omelia focolarina perfetta — un discorso che persegue il doppio obiettivo di scaldare i cuori enunciando valori astratti e disincarnati e di rassicurare le élite: nessuno dei vostri privilegi verrà toccato. Leggendolo, è utile tenere a mente che il processo che ha coinvolto l’arcivescovo si è svolto in 86 udienze, è durato più di due anni e si è allargato ad altre nove persone e quattro società, dovendo valutare un totale di quarantanove diversi capi d’accusa.
Economia e Comunione. Fa già riflettere l’accostamento di due parole che potrebbero essere quasi antitetiche, appartenenti a campi semantici rigorosamente distinti. Da una parte l’Economia con la ricerca del profitto e i suoi meccanismi veloci, spesso voraci e in parte incontrollabili. Dall’altra la Comunione, che indirizza il pensiero al pacifico incontro di anime in un clima famigliare di casa.
Eppure a ben pensarci la stessa etimologia della parola Economia riporta proprio alla casa. Il significato originale del termine nell’antica lingua greca designava infatti proprio l’amministrazione della casa. L’Economia è chiamata dunque a servire anzitutto l’esistenza quotidiana e famigliare degli uomini e non può essere vissuta se non in comune. Oggi invece, impauriti anche dalla crisi economica, vi è la tentazione di vivere concentrati su se stessi, di ricercare felicità private che escludono gli altri, generando rivalità, inimizicia e, si può dire, infelicità pubblica. L’Economia non è però un’attività destinata a produrre ricchezza a beneficio di pochi ma una nobile vocazione a custodire la dignità del vivere insieme.
È urgente pertanto creare nuovi modelli che regolino i profitti, le finanze e il commercio, sistemi di scambio più inclusivi ed equi, non controllati da pochi, che — ispirati alla persona e ai diritti dei popoli, vadano a reale beneficio delle società. È auspicabile un’Economia incentrata sulla dignità del lavoratore che persegua una paziente umanizzazione del lavoro adeguandolo maggiormente alla vita e alle esigenze delle persone stesse.
Ecco allora che Economia e Comunione non solo si possono ma anche si devono incontrare. E se l’Economia è chiamata a ricercare la dignità della persona piuttosto che l’avidità del profitto, la Comunione, categoria che a volte si rischia di delegare a teologi o pastoralisti, è tenuta a non restare un ideale astratto ma a calarsi nei dinamismi concreti della vita sociale.
Anche il Santo Padre l’ha ricordato pochi giorni fa, affermando che la Pace da tutti attesa inizia dal basso. Dice testualmente “a cominicare dalle case, dalle strade, dalle botteghe laddove artigianalmente si plasma la Comunione”. E a questo proposito citava il Servo di Dio don Tonino Bello che disse: “Dall’officina, come un giorno dalla bottega di Nazareth, uscirà il verbo di pace che instraderà l’umanità, assetata di giustizia, per nuovi destini”.
Pertanto il nostro grazie va proprio a Chiara Lubich che ha saputo avere questa intuizione e ha dato vita a questo nuovo modo di vedere il rapporto tra Economia e Comunione. Il mio auspicio, e l’augurio che vi rivolgo, è che progetti sempre nuovi di Economia di Comunione possano continuare a costitutire segni profetici di incontro tra cielo e terra, tra quella Comunione che pacificamente regna in cielo e questa Economia sempre più frenetica che tra tante incertezze e troppe diseguaglianze è chiamata a sostenere la vita sulla terra di tutti. (Monsignor Giovanni Angelo Becciu, 3 maggio 2018)
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