A volte basta tendere una mano
News pubblicata il 8 dicembre 2022 • Testo di Oref
Quando alcuni mesi fa abbiamo aperto questo spazio di condivisione, non potevamo immaginare di fare breccia in così tanti cuori. Nei canali social, le testimonianze che avevamo reso a Ferruccio Pinotti per il suo libro La setta di Dio erano state minimizzate o derise: si parlava di noi come di una minoranza incattivita e irrilevante, incapace di compiere un passo definitivo al di fuori del Movimento dei Focolari.
Non serviva rispondere direttamente a quelle accuse, essendo la tipica espressione di una pratica ben nota a chi si occupa di sette e gruppi religiosi: il cosiddetto shunning, la recisione — da parte della comunità — di ogni legame con chi si allontana, motivata da severi giudizi morali. Alla base di tale esclusione ci sono passi biblici molto duri1 che utilizzano — per definire noi ex membri — le categorie della malvagità e della perversione.
Nonostante tale pratica sia molto violenta e provochi gravi danni di tipo emotivo, è tutelata dalla legge e può essere avversata solo costruendo reti di mutuo sostegno. Di qui l’idea di realizzare un sito dove confrontarsi tra pari, tendere una mano a chi vive le stesse difficoltà con il Movimento e condividere le proprie esperienze.
Il riscontro che abbiamo ricevuto è impressionante, perché i feedback arrivano non solo da persone fuoriuscite come noi ma anche da gen, volontari e focolarine che ci ringraziano per aver aperto loro gli occhi sulle zone d’ombra del Movimento a cui hanno aderito e che frequentano, anche da decenni. Per noi è importante offrire sostegno a chi ne è uscito, ma anche fornire — a chi vive dall’interno l’esperienza del Movimento — informazioni sulle enormi sacche di sofferenza legate alle sue pratiche: un’azione di rinnovamento non può che muovere dalla consapevolezza delle storture della struttura e delle iniquità che nascono dalla netta distanza tra i privilegi di chi fa parte del livello dirigenziale e i sacrifici di chi, ai piani più bassi delle gerarchie, appartiene alle comunità di base.
Tali iniquità emergono in maniera drammatica soprattutto nei focolari lontani dall’Italia; a questo proposito, riceviamo e pubblichiamo (partecipando della sofferenza che ne emerge) l’esperienza in Pakistan di Maria Iarlori, che è stata focolarina fino al 2000 e ha vissuto sulla propria pelle la distanza tra le alte sfere e la bassa manovalanza in un focolare femminile alla periferia dell’impero, a quasi seimila chilometri da Roma.
Alcuni anni fa Maria ha trovato sollievo in un blog gestito da una ex focolarina; oggi si è ritrovata nelle analisi proposte tra le pagine di Oref e nel rifiuto delle logiche del Movimento dei Focolari, e ha deciso di raccontarsi:
Allontanarmi dal Movimento non è stato facile, anche perché credevo di essere l’unica persona in una situazione simile. Qualche anno fa mi sono imbattuta in un blog dove ex membri del Movimento dei Focolari condividevano le loro esperienze e devo dire che questo mi ha aiutato tantissimo: la lettura delle varie esperienze e l’analisi che ne faceva la redattrice del blog costituirono un enorme sollievo. Quelle pagine mi hanno aiutato a superare il senso di colpa e a guardare alla mia esperienza dal punto di vista di una sopravvissuta, una persona che ha subìto ferite profonde che non ha meritato — per quanti sbagli possa io aver commesso. Questo mi ha spinta a condividere sul sito di Oref la mia esperienza per dare il mio contributo. (leggi tutto)
A volte, per incontrare persone come Maria Iarlori e condividere il sollievo di essere sopravvissute alle fiamme, basta aprire un sito web come questo — che è solo un altro modo di tendere la mano e dire a chi sta soffrendo: non sei sola, non sei solo.
1. “Togliete il malvagio di mezzo a voi!” (1 Corinti 5, 13) e “Non ricevetelo in casa e non salutatelo; poiché chi lo saluta partecipa alle sue opere perverse” (2 Giovanni 10-11).
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