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La pandemia di sofferenza dei focolarini

News pubblicata il 9 gennaio 2022 • Testo di Gordon Urquhart

Oh, la tortura che insegnano! (Stephen Sondheim1)

Quando gli fu chiesto perché avesse lanciato il Concilio Vaticano II, Papa Giovanni XXIII rispose con una semplicità commovente: “Per rendere meno triste il soggiorno umano sulla terra”.

Anche se Chiara Lubich ha affermato che il movimento dei Focolari aveva già anticipato il Vaticano II (e allora non c’era bisogno di adattarsi ai suoi cambiamenti), molti critici dei Focolari si chiedono se il movimento dei Focolari - e la Lubich - avvessero la minima comprensione del significato del Concilio. Il commento di Papa Giovanni offre un’intuizione intrigante di questa domanda. All’opposto delle sue intenzioni, l’ideologia di Lubich, con la sua ossessiva attenzione alla sofferenza, sembra orientata a rendere più triste il soggiorno umano sulla terra.

Il concetto di “Gesù Abbandonato” - che rappresenta non tanto la sofferenza fisica, ma piuttosto quella mentale e spirituale - è il fulcro della vita spirituale dei membri interni del movimento. Come disse la Lubich nel suo famoso manifesto su “Gesù Abbandonato”:

Avrò sete di sofferenza, angoscia, disperazione, malinconia, separazione, abbandono, tormento; per tutto ciò che è Lui che soffre... Dimentichiamo tutto nella vita: ufficio, lavoro, persone, responsabilità, fame, sete, riposo, persino la nostra stessa anima... per possedere solo Lui.

Questa ideologia fu imposta a tutti coloro che divennero membri interni del movimento. La sofferenza divenne non un segno che qualcosa non andava, ma qualcosa da “abbracciare”, persino da “amare”. Un membro interno dei Focolari, sposato, una volta scrisse una lettera a Chiara Lubich suggerendo che nel movimento ci fosse meno enfasi su “Gesù Abbandonato” e più enfasi su Gesù Risorto. All’epoca era lontano da casa. Quando tornò, sua moglie aveva già ricevuto una chiamata dal quartier generale di Lubich che gli richiedeva di vedere uno psichiatra dei Focolari.

Ora si sa che Lubich soffrì di estrema depressione per tutta la vita, forse di disturbo bipolare e la “sete di sofferenza” non può certo aver aiutato. Questi problemi erano così gravi che all’inizio degli anni Novanta ha trascorso più di due anni in una clinica psichiatrica in Svizzera. Questo è stato messo a tacere durante la sua vita e le sue assenze sono state definite con reverenza “notti oscure dell’anima”. In effetti è difficile discernere fino a che punto i suoi problemi mentali fossero il frutto o la causa della dottrina della sofferenza della Lubich. Dato questo approccio alla sofferenza, non sorprende che la malattia mentale, come la depressione, spesso del tipo più grave, fosse diffusa tra i membri interni del movimento, al punto che esso istituì una propria clinica psichiatrica a Roma per curare i membri dei Focolari.

Poco dopo la mia adesione al movimento, mi sono reso conto, grazie ai frequenti richiami attraverso i notiziari interni noti come “aggiornamenti” e alle informazioni dei leader del movimento nel Regno Unito, che la sofferenza, a volte terribile, era vista nel movimento come la “moneta” o il pagamento a Dio con cui si acquistavano le “grazie”, come, per esempio, le conversioni al movimento. Un esempio che mi viene in mente è avvenuto poco dopo che ho conosciuto il movimento. Un pullman che trasportava giovani a una riunione dei Focolari in Sud America era caduto in un baratro. Molti erano morti o gravemente feriti in questo incidente, ma si raccontava non con orrore o dolore, ma con giubilo che questo sacrificio di vite umane avrebbe portato “grazie” all’incontro a cui i giovani dovevano partecipare. C’è uno strano paradosso tra il concetto dei focolarini di un Dio che è Amore ma che è anche in qualche modo gratificato dalle torture inflitte agli esseri umani. La “grazia” è un dono gratuito, ma secondo l’ideologia della Lubich deve essere “comprata” con la sofferenza. A parte la teologia discutibile, c’è un elemento dell’eresia pelagiana qui - il suggerimento che gli esseri umani ”guadagnino” la salvezza.

Gran parte della “cultura” dei Focolari, come testimoniano gli ex membri interni, era orale, trasmessa da persona in persona. L’attuale co-presidente Jesus Moran sottolinea che la “cultura” non scritta e la “mentalità” dei membri dei Focolari sono il suo bene più prezioso. Una delle ragioni dell’enfasi su una “mentalità” o “cultura” non accessibile agli estranei è che i leader del movimento sono consapevoli che molti aspetti dell’ideologia dei Focolari potrebbero risultare turbanti agli estranei. Inoltre, molti degli scritti e delle registrazioni su nastro o video di Chiara Lubich sono resi disponibili solo ai membri interni, per ragioni simili. Una di queste tradizioni orali, un avvertimento per i membri interni, era uno stato conosciuto come “G.A.-ite” [G.A.=Gesu Abbandonato], come in ’appendicite’, che si riferiva ad una eccessiva enfasi sull’aspetto di ’Gesù Abbandonato’ e sulla sofferenza. Ma nei nove anni che ho trascorso nel movimento, incluso il contatto personale con letteralmente centinaia di membri, tutti sembravano patire di “G.A.-ite”. E, poiché parlare tra i membri di qualsiasi cosa che non fosse il movimento e il suo spirito era disapprovato, c’erano molte opportunità di crogiolarsi in tali esperienze.

Uno dei termini più usati nei discorsi sulla vita spirituale dei membri interni dei Focolari e “prove”. Tutte e tutti soffrono continuamente di “prove”. Le prove potrebbero essere tentazioni, dubbi, infelicità, che di solito si estendono per lunghi periodi di tempo. Queste sono viste come “esami” del nostro valore imposte da Dio. Sono “Gesù Abbandonato” e c’e da aspettarselo. Se non stai sperimentando “una prova”, c’e qualcosa che non va. Uno dei detti del movimento e che Dio risolve una prova inviandoti una prova ancora peggiore. L’ossessione dei Focolari per la sofferenza può essere più pericolosa quando maschera gravi sintomi di depressione o malattia mentale. Questo ha certamente avuto un ruolo nei suicidi di membri interni del movimento che sono apparsi come una sorpresa totale per i loro associati dei Focolari.

Dopo aver lasciato il movimento e riadattandomi alla vita reale, ho riflettuto sul fatto che i membri interni dei Focolari non avevano nessuno dei problemi che affliggono le persone normali: relazioni, figli, preoccupazioni economiche. Eppure ho letto alcuni resoconti orribili di membri interni, compresi quelli ad alti livelli di responsabilità, chiaramente affetti da una terribile angoscia mentale, probabilmente da una depressione estrema esacerbata dalle richieste mentali e fisiche imposte dal movimento. Forse questo dimostra che è più facile impazzire preoccupandosi se stai andando all’inferno piuttosto che se puoi pagare il mutuo o la bolletta dell’acqua. Quello che è fuori discussione è che l’ossessione per la sofferenza, che è parte integrante dell’ideologia dei Focolari, e i suoi probabili legami con la malattia mentale, richiede una valutazione urgente da parte di esperti di spiritualità, teologia, saliute mentale e le autorità competenti della Chiesa cattolica.2

1. Stephen Sondheim, Into the Woods: Agony, 1991.
2. Fonte: Il blog di Gordon Urquhart The Pope’s Armada 25.

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