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Focolari: indagine su una fondatrice al di sopra di ogni sospetto

News pubblicata il 20 novembre 2021 • Testo di Ludovica Eugenio

Chi era veramente la fondatrice del movimento dei Focolari Chiara Lubich? Quali gravi contraddizioni caratterizzarono la sua spiritualità e il rapporto con i suoi discepoli, rendendo oggi quanto meno problematica la sua causa di beatificazione (v. Adista Notizie nn. 38, 39/20; 20, 40/21)? Questi e altri aspetti affronta il volume La setta divina. Il Movimento dei Focolari tra misticismo, abusi e potere, appena uscito, del giornalista del Corriere della Sera Ferruccio Pinotti (Piemme-Mondadori, pp. 487). Aspetti sui quali insiste l’intervista che pubblichiamo qui, rilasciata dall’autore a Emanuela Provera, autrice di Dentro l’Opus Dei (2009) e coautrice, con Federico Tulli, di Giustizia divina (2018, entrambi per i tipi di Chiarelettere).

Proprio sul carattere controverso della spiritualità della Lubich, tale da mettere in questione l’opportunità della sua beatificazione, interviene anche una lettera – che riportiamo integralmente qui in una traduzione dal francese – inviata dal teologo domenicano belga padre Ignace Berten a monsignor Angelo Amati, delegato episcopale per la causa di beatificazione, in cui viene sottolineata la potenzialità di derive settarie racchiusa nel pensiero e nel comportamento della Lubich.

Il 9 novembre, in corrispondenza dell’uscita del libro di Pinotti, il movimento dei Focolari ha diffuso un comunicato a firma dell’addetta stampa Stefania Tanesini, che riconosce come il volume giunga «in un momento difficile e cruciale della storia del movimento dei Focolari: quello del passaggio dal periodo della fondazione alla fase post-fondativa». Il libro di Pinotti intende «dimostrare che, anche nel movimento dei Focolari, lo zelo iniziale ha portato talvolta a interpretazioni errate del carisma di Chiara Lubich e/o ad azioni fuorvianti», benché, si afferma, emerga «la sempre maggior consapevolezza nei membri di queste e altre deviazioni nella sua storia e la necessità di porvi rimedio». A fronte di ciò, prosegue il comunicato, il libro «non pare comunque offrire una presentazione oggettiva e ponderata di tale carisma, (...) e non tiene conto dell’impegno di migliaia e migliaia di persone che (...) si dedicano quotidianamente in tutto il mondo, con generosità, a creare rapporti, a risanare ferite e a superare spaccature (...). Riteniamo indiscutibile il dolore delle persone che in queste pagine raccontano le loro storie di grande sofferenza, delusione, inganno e abusi subiti, come anche quello di coloro che non hanno voluto rendere pubbliche le proprie testimonianze».

Il movimento «esprime nuovamente la vergogna e il dolore nei confronti delle vittime e di quanti si sono comunque sentiti offesi, la propria vicinanza e il desiderio di continuare o intraprendere un percorso di dialogo con essi. Ribadisce l’impegno a combattere ogni forma di abuso, a continuare percorsi di prevenzione e di formazione dei membri e dei responsabili e ripete l’invito a tutte le persone che hanno da segnalare fatti o storie di abusi, di rivolgersi alla Commissione per il Benessere e la Tutela dei minori e degli adulti vulnerabili (CO.BE.TU.) oppure ai rispettivi organi ecclesiali». Quanto al libro di Pinotti, la cui lettura viene giudicata «parziale, unilaterale, a volte inesatta o riduttiva della storia, della spiritualità e dell’attività del movimento», esso viene visto dai Focolarini come «un’ulteriore spinta nella prosecuzione dei processi di conversione e rinnovamento in atto, in fedeltà al carisma di fondazione e nello sviluppo di un confronto aperto, libero e critico all’interno del movimento e con chiunque desideri comprendere appieno la sua realtà e collaborare con esso». I Focolarini ammettono, dunque, devianze rispetto al carisma iniziale, ma non mettono minimamente in discussione il suo nucleo già in partenza problematico, sottolineato invece sia dal libro di Pinotti, sia dalla lettera di Berten.1

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