Testimonianze

L’uso dei morti per autocelebrarsi

STELLINA BLU

Sono stata nel Movimento dei Focolari come Gen per una decina di anni, dai sedici ai ventisei circa. Ne sono uscita anch’io dolorosamente, dopo essere stata spremuta come un limone ed essere usata per diffondere il cosiddetto “ideale” in molti modi, in particolare attraverso il canto e la musica, visto che suonavo la chitarra e ogni occasione era buona per chiedermi di essere presente e animare gli incontri, piccoli e grandi che fossero.

Più che per parlare di me, scrivo perché rimango attonita e scandalizzata dal modo in cui i morti vengono strumentalizzati.

Alla faccia di quanto papa Francesco ha detto recentemente all’Assemblea dei Focolarini, il Movimento sta cercando in tutti i modi di autocelebrarsi usando persone defunte che — magari solo per qualche anno — sono passate attraverso l’esperienza Gen. Non dubito della bontà delle persone implicate e credo che, se Cristo ci ha salvati tutti, ci sia un posto in Cielo con Lui per ogni persona; ma far salire sugli altari alcune persone e porle come esempio per tutti i cristiani (e non solo) è un’altra cosa.

Queste possono aver avuto storie molto dolorose, com’è il caso di Paolo Bampi — che non ho conosciuto ma avrei potuto, avendo circa la sua età, se una brutta malattia non se lo fosse portato via prematuramente. Oppure leggo di due amici, Carlo e Alberto, anch’essi legati da una grande amicizia e una sorte comune... una morte prematura (sigh!).

Se fossi morta a vent’anni, probabilmente sarei stata candidata agli altari anch’io, visto che avevo donato me stessa con grande generosità e candore all’esperienza Gen. E questo vale per tutti. “Purtroppo” sono ancora qui, sono mamma e nonna, e quando me ne andrò nessuno chiederà la mia canonizzazione — anche se a causa dei Focolarini ho sofferto tantissimo. Non mi interesserebbe comunque essere “santificata” dalla Chiesa per fare pubblicità al Movimento; quello che c’è di buono nella vita di ciascuna persona resta comunque nel cuore di chi l’ha conosciuta. Però sopravvivendo al Movimento ho potuto scoprire tutte le falsità che si celano dietro ai suoi sorrisi obbligatori; ho scoperto quanto sia inutile l’umiliazione del cosiddetto “purgatorio” e tante altre brutte cose che stanno all’origine del Movimento e si devono a come è strutturato. Ho potuto conoscere un po’ di più il senso delle Scritture, che è molto diverso dalle adolescenziali interpretazioni di Chiara Lubich. Chissà se i giovani in questione — Paolo, Carlo, Alberto e quelli che vogliono portare sugli altari e che ancora non conosco — chissà se avessero potuto crescere e proseguire l’esperienza del Movimento... chissà se prima o poi si sarebbero ribellati com’è successo a me e a tutti noi? Chissà se, data la loro onestà intellettuale, ne avrebbero preso le distanze, passando magari a una fede più matura? In fondo, loro hanno vissuto solo la prima parte della vita del Focolare, quella che ha affascinato tutti noi. A tutti loro è stato risparmiato il seguito.

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