L’incontro con Cristo, al di là dell’errore di molti
G.S.
Il “bel giorno”, quello di cui si ricorda giorno ed ora, per me è stato il 15 marzo 1975, Roma, Palaeur.
Un colpo al cuore. Parole mai ascoltate fino ad allora. Love bombing? Forse. Ma era rivoluzione, si era tra il Sessantotto e il Settantasette, ciò che avevo davanti ai miei occhi era la possibilità di un Mondo nuovo. Avevo 15 anni e tutta la mia passione sacrosanta. Volevo sapere di più, conoscere storie, volti, sguardi…
Sono entrata subito nel Movimento Gen.
Durante il liceo ero guardata con curiosità, ero attenta a chi avevo davanti, avevo un pensiero singolare, ma non mi coinvolgevo nella vita della classe, non andavo alle feste continue che venivano organizzate. Non era sempre opportuno… Non mi vestivo mai in modo per me “inadeguato” — minigonne, top, bikini (ché forse Maria, se fosse stata tra noi, si sarebbe vestita così?)
Oggi mi chiedo spesso, quando sento le narrazioni dei miei vecchi compagni: «Ma io dov’ero?»
Università fuori sede, in casa con alcune Gen. Tutti i giorni in focolare. Guai saltarne uno. L’incontro con l’unita Gen era in un giorno feriale, alle 15.30 (ma chi decideva questi orari folli?), io avevo lezione di una materia fondamentale. Chi è più importante, Gesù o la lezione? Che domande!? Non si va a lezione e non si fa l’esame.
Un film nuovo esce in sala, desidero vederlo, non se ne sa abbastanza, siamo certe sia opportuno? Non vado. E cosi via… Lo sentiamo raccontare da molti. Stesso stile, stessa storia, stesso “regime”.
Dopo un po’ mi viene anche detto che avrei dovuto “vedere in unità” se e quando rientrare a casa dalla mia famiglia, non certo ogni fine settimana come programmato….
Poi, piccolo passaggio sulla povertà e vengo sottilmente indotta a dare tutto l’oro che posseggo. Regali di battesimo, comunione, cresima… La mia mamma per fortuna (chissà come?) non se ne è mai accorta. Un adulto (ops… adulta) che mi abbia fermato? Ovviamente no.
Lavoro intensissimo per il Movimento, studio poco e malfatto… Insomma, un bel casino. A 22 anni scoppio letteralmente, lascio il mio ragazzo — Gen anche lui — e chiudo i ponti con il Movimento. Una capofocolare mi aveva detto che chi va via, spesso, diventa pessimo. Mio Dio lo diventerò anch’io?
Non ne potevo più di nulla, non riuscivo neanche più a fare discorsi articolati e complessi — proprio io, una persona a cui la parola non ha mai fatto difetto. Smetto di andare a Messa.
Tuttavia i rapporti con alcune Gen e focolarine di fatto non li ho mai chiusi. L’esperienza della damnatio memoriae non l’ho mai fatta.
Arriviamo al 1988. Mi sposo, mi trasferisco in un’altra regione e riprendo un po’ i contatti, vado a volte in focolare a Milano. Partecipo per un po’ agli incontri del Mondo dell’Arte con — tra gli altri — il grande Vittorio Sedini, persona straordinaria e di grande equilibrio. Quante cose ho visto attraverso i suoi occhi…
Ma non era più per me. Non era più per me. Sarei mai stata perdonata dal buon Dio? Che sciocchezza… Era timor di Dio amplificato, che mi portava a pensare che, fuori di lì, non ci fosse salvezza!
Ma per me l’incontro con Cristo c’era stato, inesorabilmente — e al di là dell’errore di molti.
«Chi mi separerà dall’Amore di Dio?» Oggi rispondo: nessuno. Ma oggi ho sessantaquattro anni e una Vita, una Storia, matura e densa.
Ma cosa resta? Cosa? Io non posso non riconoscere che l’attenzione profonda all’Altro, il cuore che si mette in moto, la cura del gesto amorevole che ancora mi porto dietro, nonostante la mia povertà, la mia naturale ruvidità. Io tutto questo l’ho imparato solo in quella Storia lì. Non posso non riconoscerlo.
Spero sia fatta chiarezza sugli errori e gli evidenti abusi, sulle probabili cantonate teologiche, sulla probabile deriva settaria. Mi auguro che tutti gli interni del Movimento trovino il coraggio di guardare ciò che è accaduto — e forse accade ancora — e trovino il coraggio del cambiamento profondissimo.
Sono convinta che non esista al mondo associazione, partito, religione, in cui non ci siano errori profondi e persone “disturbate”. Tenersene fuori, a qualunque costo, non mi sembra la soluzione. Ognuno ha un naturale desiderio di compagnia e comunanza di idee e desideri. Anche dentro di noi ci sono divisioni, derive, cattiverie, insieme a meraviglie e diamanti preziosi.
Io stimo molto alcune focolarine, focolarini, volontari. Sono persone con il cuore libero, evidentemente libero. Voglio loro bene e non penso siano il male assoluto.
Ho ritenuto di far conoscere la mia Storia, breve, piccola.
Grazie per il contributo di ognuno, soprattutto se questo porterà a una correzione degli errori. Spero anche che tutti noi, però, guardiamo a cosa di buono ci siamo portati a casa. Che tristezza anche solo pensare di aver buttato all’aria un pezzo di vita!
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