Lettera aperta ai responsabili dell’Istituto Universitario Sophia
Testo di Organizzazione Ex Focolari
In questa lettera aperta formuliamo alcune domande ai responsabili dell’Istituto Universitario Sophia e ai suoi sponsor. Tali domande riguardano il corso/seminario “Oltre la ferita. La fioritura umana nei contesti carismatici”, un’iniziativa articolata in una serie di eventi che vanno dal 7 marzo al 16 maggio 2025.
Le nove aree su cui si concentrerà il corso sono le seguenti:
1. Il contesto: le organizzazioni carismatiche;
2. Tra ideali e ideologie: cortocircuiti possibili;
3. Persona e maturità integrale;
4. Relazioni abusanti: una realtà pluriforme;
5. Analisi dei rischi relazionali nei contesti carismatici;
6. Oltre che conoscere, riconoscere forme relazionali abusanti;
7. Implicazioni degli abusi sul piano giuridico oltre la prospettiva punitiva;
8. Verso una fioritura umana individuale e comunitaria;
9. Facilitare il rinnovamento organizzativo: metodi, strumenti e buone prassi.
Il corso ha un costo di € 120 e nella pagina di presentazione compare l’elenco degli insegnanti; è facile notare che la quasi totalità di questi è interna o affiliata al Movimento dei Focolari, altri sono appartenenti all’area cattolica. Non è chiaro se tra costoro ci siano membri esterni, laici o non confessionali. Spiace notare la sostanziale mancanza di terzietà in una scelta del genere, che appare peraltro in linea con quelle della Cei dove — per esempio — la commissione sugli abusi è tutta legata ai vescovi, al clero, alle parrocchie, o a esperti legati al mondo cattolico.
A ogni buon conto, leggendo i vari punti del corso, notiamo che il focus si concentra su due aspetti:
1) L’idea di “andare oltre la ferita”;
2) Il concetto di “fioritura umana nei contesti carismatici”.
Posti in premessa, questi due aspetti rappresentano un punto nodale del problema e chiediamo agli esperti e/o Focolarini: Cosa si intende esattamente per “andare oltre”? Superare le criticità sperimentate nei decenni passati? Se la risposta è positiva, come si ottiene il salto dal vecchio al nuovo? La parte dogmatica (quella delle fondatrici/fondatori) va messa in discussione o si tiene come base immutabile per proseguire con un semplice maquillage del passato che rimanga sostanzialmente nel solco del “carisma”? Cosa si intende per fioritura, il passato florido o la speranza del futuro?
Passando in rassegna i vari punti del corso, le domande si moltiplicano.
1. Il contesto: le organizzazioni carismatiche
2. Tra ideali e ideologie: cortocircuiti possibili
Come sono nate le organizzazioni carismatiche?
I movimenti, in specie il Movimento dei Focolari che conosciamo bene, si sono sviluppati (pur se nati precedentemente) sotto la reggenza di papa Giovanni Paolo II.
L’esigenza nasceva dalle istanze del Concilio Vaticano II o dal contrasto alle ideologie sgradite alla chiesa, e segnatamente al Comunismo, vista anche la storia personale e le idee del papa polacco? In altre parole: l’esigenza era quella missionaria o quella di formare una massa critica da contrapporre alla laicità (ateismo, libertà sessuale, divorzio, aborto, relativismo etico)? In quale proporzione stavano le due componenti visto che le scelte all’interno dei gruppi erano massificanti e tendenti al pensiero unico?
3. Persona e maturità integrale
Come ex appartenenti al Movimento dei Focolari possiamo testimoniare che il metodo formativo delle persone, in particolare quello proposto ai giovani, è consistito (e si esauriva) nello studio continuo e ripetuto dei testi e delle idee della fondatrice. Tale formazione non ha avuto contradditori e nessuna metodologia educativa progressiva. Va da sé che la maturità personale è stata coltivata in una condizione di stretti vincoli, dati soprattutto dalla mancanza di raffronti oggettivi con la cultura esterna. Questo metodo unidirezionale a circuito chiuso ha spesso prodotto, come effetto collaterale, casi più o meno gravi di depressione con tentativi di suicidio.
In che cosa le nuove proposte si emancipano da quell’orizzonte? Sono in programma una revisione del metodo e un nuovo approccio, promosso ed eventualmente valutato da esperti esterni?
4. Relazioni abusanti: una realtà pluriforme
5. Analisi dei rischi relazionali nei contesti carismatici
6. Oltre che conoscere, riconoscere forme relazionali abusanti
Cosa vuol dire il termine “pluriforme”?
Le relazioni abusanti nascono dal rapporto verticistico dove il “superiore” diventa veicolo carismatico assoluto: in tale contesto, il pensiero unico totalizzante blocca il rapporto bidirezionale favorendo la formazione di un capo (o più capi) carismatico con potere sugli altri. Come si intende ovviare a tale gap? Il pensiero della fondatrice/fondatore resta sempre un assunto imprescindibile (vedi considerazioni in premessa)? Poiché i rischi non sono stati solo “relazionali”, perché non si affronta il problema degli abusi a viso aperto?
Si riconosce una relazione abusante (perché chiamarle “forme relazionali”?) quando si affronta criticamente il rapporto di potere imposto nel gruppo a forte influenza carismatica. Si riconosce quando se ne vedono gli effetti, perché si tratta di rapporto squilibrato. Come si intendono modificare i rapporti tra la base e il vertice? È sufficiente riconoscere o occorre anche porre rimedio a tali squilibri di potere, soprattutto nei confronti delle vittime di abusi?
7. Implicazioni degli abusi sul piano giuridico oltre la prospettiva punitiva
È curiosa (e forse molto grave) la dicitura “oltre la prospettiva punitiva”: riecheggia l’“oltre” presente nel titolo del seminario/corso ed è un termine scivoloso: significa forse saltare a piè pari il problema, cancellando gli addebiti o facendo in modo che non siano un ostacolo al nuovo? Lo stesso termine presuppone che i problemi siano stati risolti? Nella proposta formativa manca sempre la voce di “coloro che hanno ha subito abusi”: come mai?
La prospettiva punitiva viene prima: se esiste un reato o una colpa occorre prenderne atto e farne discendere le azioni/sanzioni previste da codici etici e/o dalla legge. In molti casi siamo di fronte a reati penalmente sanzionabili.
Cosa si sa dei “molestatori seriali” venuti agli onori della cronaca grazie alle numerose denunce (come nel caso di Jean Michel Merlin)? Cosa è toccato loro? Che fine hanno fatto? Hanno scontato una pena o una restrizione della libertà di agire? Se si dove? Come mai i nomi di persone colpevoli di abusi sono tenuti nascosti salvo poi essere indicati, solo per iniziali, quando esplodono i casi? Come viene assicurata la tutela di chi è ancora nel Movimento se questi abusatori giacciono nell’anonimato?
Sul piano giuridico si richiama allo studio fatto da Prometeo disponibile nella pagina giuridica del sito Oref.
8. Verso una fioritura umana individuale e comunitaria
9. Facilitare il rinnovamento organizzativo: metodi, strumenti e buone prassi
Riguardo questi punti, come membri di Oref, possiamo solo fare tanti auguri al Movimento dei Focolari ed agli altri movimenti/associazioni carismatiche.
Le domande formulate in questa lettera aperta cercano di portare la prospettiva di chi è sopravvissuto alle relazioni abusanti e subisce una vittimizzazione secondaria per l’esclusione forzata della propria voce nei consessi in cui di quegli abusi di parla. Che l’analisi delle dinamiche abusanti avvenga in assenza delle persone che l’hanno subìta segnala una parzialità sconcertante, ed è tanto più incredibile che tale proposta formativa sia offerta a fronte di un pagamento in denaro.
Come Oref segnaliamo la notevole incoerenza tra gli obiettivi annunciati e la decisione di silenziare la voce di una delle due parti nelle relazioni abusanti di cui si è reso responsabile nei decenni il Movimento dei Focolari: la parte di chi l’ha subita; il diritto di parola sarà concesso solo a chi ancora aderisce alla struttura che ha perpetrato quelle dinamiche oppressive, mentre chi ne è stato vittima non avrà alcuno spazio per raccontarne le dinamiche, gli effetti e le conseguenze a lungo termine: una scelta che non sembra andare nel senso dell’apertura verso l’esterno e a vantaggio del dialogo.
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